Fassa, avvistati otto esemplari di lupo 

Moena, animata sessione forestale con le proteste degli allevatori per le poche misure di difesa


di Gilberto Bonani


MOENA. In Valle di Fassa si aggirano probabilmente otto esemplari di lupo, sei in alta valle e due tra l’Alpe di Lusia e Bellamonte. Il condizionale è d’obbligo fino a quando non saranno completati gli accertamenti ottenuti dai vari tamponi eseguiti dal personale forestale. Gli animali domestici predati nel 2017 sono stati circa sessanta (40 capre e pecore, 20 bovini) senza contare gli animali dispersi durante gli attacchi. Un fatto anomalo è il numero dei bovini predati che si spiegherebbe con la provenienza dei lupi dalla zona dei Lessini dove questi carnivori si sono “specializzati” ad attaccare le mandrie piuttosto numerose in quei pascoli. Di tutto questo (e di altro ancora) si è parlato nel corso della sessione forestale tenuta, come di consuetudine, nella sala consigliare di Moena, particolarmente affollata per l’occasione. Presente l’assessore Giambattista Vanzo che ha dialogato con Bruno Crosignani, responsabile dell’ufficio distrettuale forestale di Cavalese.

Ovviamente in sala sono risuonate forti le proteste degli allevatori che non sempre trovano le condizioni adatte per adottare le misure di difesa delle greggi dai grandi carnivori consigliate e fornite dai servizi della Provincia. Purtroppo a livello politico non è stato raggiunto un accordo in merito al contrasto al lupo e quindi una riunione di tipo tecnico non poteva certo dare risposte in merito. Non si conosce per ora l’impatto del lupo sulla fauna selvatica, bisognerà probabilmente attendere i prossimi mesi per avere un dato certo.

In ambito strettamente forestale è stato previsto un taglio di 6850 metri cubi di legname che rappresentano l’ottanta per cento della ripresa annua media valutata per i boschi di Moena. L’assessore Giambattista Vanzo ha proposto alcuni lavori forestali. Tra questi la realizzazione di un percorso in grado di collegare gli storici cippi del vecchio confine tra il principato vescovile di Trento e Bressanone e l’allargamento del sentiero che collega la radura di Colvere con il passo Lusia (località Comedon). Dai presenti è stato invocato un maggior coordinamento tra organi provinciali, specialmente per eseguire tagli mirati sulle rive dei torrenti quali Avisio e San Pellegrino. Qui le competenze di intrecciano tra Forestale, Bacini montani e proprietà private frenando l’attività di messa in sicurezza dei corsi d’acqua.

Un modo per rendere più facile l’intervento potrebbe essere quello di assegnare la regia all’amministrazione comunale in grado di dialogare in maniera più rapida ed efficace con gli uffici provinciali.















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