Daria Deflorian, première a teatro nella “sua” Tesero 

L’attrice fiemmese domani debutta con lo spettacolo pluripremiato “Reality” Contattata dal pittore Bepi Zanon vive l’attesa «con un po’ di agitazione»


di Francesco Morandini


TESERO. Daria Deflorian, che dice di non fare l’attrice, pur essendola, ma di fare teatro (distinzione sottile, ma efficace per capire il tipo di approccio al “teatro” che ha avuto fin da ragazza) calcherà per la prima volta le scene del comunale di Tesero, suo paese natale, domani, alle 21, all’interno della stagione teatrale di Cavalese e Tesero, con lo spettacolo “Reality” con cui nel 2012 ha vinto il prestigioso premio UBU come migliore attrice protagonista, scritto e interpretato assieme ad Antonio Tagliarini. Un anno di svolta il 2012 per l’attrice fiemmese che l’anno successivo ha vinto il premio Hystro per l’insieme del suo lavoro e nel 2014 il premio UBU per il miglior testo con “Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni” presentato l’altr’anno al nuovo Zandonai di Rovereto e con cui, assieme a Reality, ha partecipato al festival d’Autome di Parigi. Laureata al Dams di Bologna, dopo aver frequentato la scuola di teatro di Alessandro Galante Garrone, si è trasferita subito a Roma con la determinazione di voler vivere di teatro. Una gavetta lunghissima prima del successo. In valle era stata spesso per letture e corsi di dizione organizzati dalle biblioteche, ma in teatro mai. A Tesero l’ha “scoperta” la figlia del noto pittore Bepi Zanon. «Mi ha sentito leggere su Rai 3 “Il diario di Anna Frank” e mi ha chiesto la scorsa estate di partecipare con una lettura al ricordo di suo padre presso l’osservatorio astronomico. Io ho accettato molto volentieri. Da lì sono stata contattata per la stagione teatrale».

Come è stato il tuo il percorso nel teatro?

“Non è stato semplice trasformare questa passione in un lavoro – ci racconta – prima di tutto trasformarlo in professione. Non ho mai pensato di fare l’attrice sul mercato, nel tentativo di trovare le persone giuste con cui fare teatro”.

L’occasione è venuta nel 2008. L’incontro con Tagliarini ha dato vita ad una serie di progetti, nati da una prima collaborazione in Rewind, un omaggio a Cafè Műller di Pina Bausch che debuttò in un centro sociale.

“Con Tagliarini abbiamo fondato una nostra lingua e scriviamo i nostri testi”.

Nel 2009 hanno portato in scena un lavoro ispirato alla filosofia di Andy Warhol e nel 2014 hanno raccolto tre dei loro testi in un volume “Trilogia dell’invisibile”.

Un’attività intensa anche nelle collaborazioni con Marco Baliani, Martha Clark e altri, o come aiuto regista con Pippo Delbono, Nekrosius, Mario Martone. Un teatro di ricerca, quello di Deflorian, che dopo il successo di Parigi l’ha proiettata in Canada, a Santiago di Compostela, Belgio Svizzera. A maggio sarà al Piccolo di Milano con “Il cielo non è un fondale” che presenterà anche a Trento il 16 febbraio.

Come vivi il ritorno a Tesero a calcare per la prima volta la scena del teatro del tuo paese?

“Con un po’ di agitazione. Non vorrei che qualcuno possa pensare che faccio qualcosa di straordinario. Invece è qualcosa di semplice. Brecht diceva che il comunismo è la semplicità che è difficile a farsi. Ecco , anche il buon teatro. In Reality io e Antonio chiacchieriamo.”

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