Cavada: «Io mi sento innanzitutto trentino»

Val di fiemme. Gianluca Cavada non ci sta ad essere etichettato come anti-europeista. In risposta alle reazioni arrivate da varie direzioni, scrive: “Devo dire che sono rimasto francamente colpito...



Val di fiemme. Gianluca Cavada non ci sta ad essere etichettato come anti-europeista. In risposta alle reazioni arrivate da varie direzioni, scrive: “Devo dire che sono rimasto francamente colpito dall’indignazione suscitata da un mio post su Facebook con il quale, semplicemente, auspicavo di veder più spesso sventolare la bandiera trentina; un post che ai miei critici è bastato, a quanto pare, per farmi passare come infuocato antieuropeista, quando invece il mio proposito era – ed è – ben diverso. Infatti, posto che non mi pare che l’Ue stia riservando al nostro Paese le attenzioni dovute – quando invece l’Italia, solo stando ai dati del 2017, ha contribuito per 12 miliardi di euro al budget dell’Unione, ricevendone in cambio 9,79 e risultando la quarta nazione fra quelle che, in gergo, si chiamano “contributori netti” -, il senso del mio intervento è un altro, e riguarda l’identità trentina. Appartengo, certo di non essere il solo, a quanti – pur essendo italiani ed europei – si sentono anzitutto trentini, motivo per cui sarei contento di vedere più spesso anche il vessillo della nostra terra. Oggi vi sono priorità più urgenti? Certo che sì, mai detto il contrario. Ma quando tutto tornerà alla normalità, sono sicuro che anche chi oggi pretestuosamente critica non avrà nulla da ridire sulla promozione di tutto ciò, bandiera inclusa, che riguarda la nostra identità trentina».

Sulla proposta di Cavada di sostituire la bandiera europea con quella del Trentino sui pennoni di via Valmoena a Cavalese e sul commento antieuropeo del presidente Fugatti, interviene anche il consigliere Pietro De Godenz, secondo il quale questi sono «atteggiamenti sterili che non sostengono le nostre genti e la nostra terra». «A cosa serve alzare il tiro e la voce - aggiunge De Godenz - quando invece bisogna continuare a tenere la barra dritta e lavorare a testa bassa e tutti insieme per uscire da questa emergenza e ripartire con slancio verso la ripresa? Nessuno nega le difficoltà incontrate in questi giorni nella concertazione riguardanti possibili prestiti e agevolazioni, mi riferisco in particolare ai cosiddetti Coronabond, ma esse vanno affrontate e superate in seno al parlamento europeo e con l'utilizzo di argomentazioni politiche puntuali e risolutive, a partire dal livello provinciale, non assumendo atteggiamenti provocatori e fuori luogo».

Il Circolo del Partito Democratico di Fiemme e Fassa invece ricorda che «è proprio dal forte spirito europeo che si respirava nel dopoguerra che è scaturito l’accordo Degasperi Gruber del 1946, base fondante dell’autonomia del nostro territorio. Un’autonomia che i trentini hanno sempre usato bene, presentandosi ad ogni occasione come primi della classe, come modello da imitare.

Lo abbiamo dimostrato in eventi calamitosi che hanno sconvolto la nostra terra, dall'alluvione del ’66 alla più recente tempesta Vaia. Siamo sempre riusciti a rialzare la testa, senza piangerci addosso, o invocare l’aiuto di chissà chi. Ci riusciremo anche questa volta. È vero, dobbiamo pretendere uno sforzo maggiore dell’Europa, ma l’unico modo per ottenerlo è battendoci, giorno dopo giorno, per rafforzare il progetto europeo, non distruggendolo. Gioverà a noi, alla nostra terra, a tutta l’Europa.

Caro consiglier Cavada, siamo d’accordo a mettere la bandiera del Trentino a sostegno del monumento dei caduti a Cavalese, ma soltanto assieme a quell’europea e italiana».













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