Il caso

Controllata per ubriachezza ma era sobria, denuncia quattro carabinieri 

L'alcoltest fu negativo, ma quando fu fermata la donna zigzagava lungo la strada e aveva l’alito vinoso. I militari sono stati quindi prosciolti dall’accusa di abuso e sequestro di persona



BOLZANO. A volte l'apparenza inganna, ma ciò non toglie che chi lavora con indosso la divisa debba fare il suo lavoro.

Quattro carabinieri si sono trovati a dover affrontare un procedimento penale avviato sulla base della denuncia di una automobilista che quattro anni fa era stata “pizzicata” al volante della propria auto in condizioni psico fisiche non ottimali.

La donna avrebbe avuto difficoltà addirittura a tenere in strada regolarmente la vettura (dato che venne notata mentre “zigzagava” lungo la carreggiata) e venne dunque fermata. Al momento del controllo da parte dei militari, l’automobilista sembrò - almeno apparentemente - poco lucida, con l’alito vinoso. I carabinieri quindi intervennero (così come previsto dal codice della strada) perchè si trovarono di fronte a «chiari elementi sintomatici», tipici di una persona ubriaca e di conseguenza pericolosa per sè e per gli altri utenti della strada.

Furono i due controlli, relativi al tasso alcolemico nel sangue , a riservare però notevoli sorprese. Sia il cosiddetto pre-test che il vero e proprio alcol test diedero infatti esito negativo nel senso che l’automobilista aveva nel sangue un tasso alcolemico entro i limiti previsti dal codice della strada. Tutto si sarebbe concluso in termine bonari se la donna non avesse deciso di sporgere denuncia a carico dei quattro carabinieri accusandoli di abuso in atti d’ufficio e sequestro di persona. 

Dopo una prima richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura a conclusione degli accertamenti del caso, l’automobilista ha anche deciso di depositare un’ istanza di opposizione alla conclusione del procedimento. Ieri la vicenda si è conclusa davanti al giudice Pappalardo che ha confermato il non luogo a procedere mandando assolti in pieno i quattro carabinieri.

Nel corso dell’udienza, l’avvocato Nicola Nettis - del collegio di difesa dei militi inquisiti - ha ricostruito puntualmente l’intera vicenda ricordando che gli uomini dell’Arma intervennero a fronte di una situazione sintomatica e preoccupante che doveva essere verificata proprio sulla base di quanto previsto dal codice della strada. Anche l’accusa di presunto sequestro di persona è caduta nel nulla.













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