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Bici “condivise” in Trentino: ogni mese danni per 5mila euro

Sono in media una ventina alla settimana le segnalazioni di danneggiamenti o vandalismi su bici (elettriche o tradizionali) messe a disposizione dalla Provincia. L’appello è a prendersi cura di un bene comune



TRENTO. 5mila euro al mese. Tanto la provincia di Trento spende per riparare le bici elettriche e non – messe a disposizione di tutti – che vengono vandalizzate. Soldi che l’ente pubblico anticipa e che poi si fa rifondere dall’autore del danneggiamento quando viene individuato.

L’ultimo episodio registrato, lunedì 6 settembre alla ciclo stazione in Clarina, a Trento, dove una bici è stata derubata di entrambe le ruote e quindi anche del motore che si trova su quella posteriore.

I danni, come ad esempio fari strappati o privati delle batterie, deragliatori divelti, catene attorcigliate nei modi più improbabili, sottrazioni di campanelli e selle, addirittura forcelle anteriori piegate, si attestano mediamente sui venti episodi a settimana, soprattutto nel periodo della bella stagione, che rappresenta il momento di maggior utilizzo.

Si tratta di danni che raggiungono spesso cifre a tre zeri, per circa 5.000 euro al mese di spesa che anticipa la Provincia per le riparazioni e il ripristino dei mezzi in tempi brevi, in attesa di risalire agli autori dei danneggiamenti e recuperare il danno economico, anche con la collaborazione delle forze di polizia.

Un fenomeno, dunque, che non solo sottrae giornalmente decine di biciclette all'utilizzo da parte di tutti – si legge in una nota di piazza Dante –  ma che richiede alla Provincia uno sforzo notevole per garantire il mantenimento in efficienza del servizio.

L’appello rivolto a tutti, quindi, è di aiutare il servizio pubblico a prendersi cura dei mezzi messi a disposizione, gestendoli con la massima attenzione al momento del prelievo, ma anche aiutando chi mantiene la flotta di biciclette a prevenire i furti e i danni, segnalando eventuali autori di atti di vandalismo che dovessero capitare all’attenzione dei cittadini.

I casi rilevati, infatti, sono dovuti in parte alla scarsa attenzione con cui le biciclette vengono utilizzate, ma soprattutto a sottrazioni e danneggiamenti senza il prelievo fisico del mezzo, quando le bici si trovano ferme in stazione.

Il numero complessivo di biciclette attualmente in circolazione che fanno riferimento al servizio provinciale è di circa 390 mezzi, con 260 biciclette tradizionali e 130 a pedalata assistita.

Contestualmente all'ampliamento dell'infrastruttura in corso, è prevista l'integrazione del servizio di videosorveglianza già in parte installato e funzionante, grazie al quale sono stati identificati alcuni soggetti, proprio nell'atto di danneggiamento di alcune biciclette. Nelle 73 ciclo stazioni attive sul territorio, nei comuni di Trento, Rovereto, Lavis, San Michele all'Adige, Mezzocorona, Mezzolombardo, Besenello, Calliano, Volano, Pomarolo, Nogaredo, Mori, Villa Lagarina, Isera, Terre d'Adige si contano poco meno di 800 colonnine, per un totale di 14.056 prelievi da parte di abbonati, rilevati nel secondo trimestre del 2021.

Il maggior utilizzo del servizio avviene nei comuni di Trento e Rovereto, che hanno raggiunto complessivamente oltre 12.600 prelievi da aprile a giugno 2021 nelle 51 stazioni e.motion dislocate nei vari punti delle due città. A Trento, ad esempio, che conta 33 stazioni, le più utilizzate sono quella del Top Center e dell’Università, in via Rosmini, con migliaia di fruitori l’anno. Più ridotto ma comunque dai numeri importanti, l’uso a Rovereto, con oltre 2.100 prelievi effettuati nello scorso trimestre: ad esempio le due stazioni maggiormente utilizzate, quella nei pressi della stazione dei treni e quella di Via Paoli, hanno registrato mediamente 300 prelievi nel trimestre di riferimento.

I dati del secondo trimestre sul bike-sharing by Mara Deimichei on Scribd













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