il caso

Auto danneggiata a Fiè allo Sciliar, la conferma dal Dna: è stato un cane non un orso

A renderlo pubblico l’assessore all'agricoltura Arnold Schuler (foto Ansa)



FIE’ ALLO SCILIAR. Non è stato un orso a danneggiare, la scorsa settimana, un'auto parcheggiata al maso Oberberglerhof a Novale di Fiè, ai piedi dello Sciliar, riempendola di graffi e zampate.

"Le tracce organiche lasciate sul luogo sono di un cane", conferma l'assessore all'agricoltura Arnold Schuler. Il fatto aveva riacceso il dibattito sulla presenza dell'orso in Alto Adige e sul risarcimento di danni causati dai grandi predatori, non solo al bestiame ma anche ad oggetti.

Dubbi sulla teoria dell'orso erano stati sollevati dal figlio del contadino, perché quella notte nella zona nessun cane aveva abbagliato e perché il presunto predatore non aveva fatto incursione nella stalla che era rimasta aperta.

Il responsabile del Centro Ricerca e Innovazione della rinomata Fondazione Mach di San Michele all'Adige, Mario Pezzotti, ha firmato il rapporto di laboratorio. Due campioni dei peli prelevati dalla Fiat Punto sono stati esaminati in laboratorio. Il risultato dell'analisi genetica è che si trattava di un Canis lupus familiaris, cioè di un cane. Tutte le tracce sospette di grandi predatori vengono gestite in questo modo dall'Ufficio Caccia e pesca per garantire la sicurezza ed escludere equivoci. Ciò significa che, laddove possibile, vengono prelevati campioni (peli e campioni di saliva in caso di morsi...) da inviare alla Fondazione Mach di San Michele.

"Prendiamo sul serio le preoccupazioni dei cittadini e seguiamo coscienziosamente le segnalazioni. Abbiamo fiducia nella scienza e allo stesso tempo adottiamo tutte le misure politiche e amministrative disponibili per rendere possibile la regolamentazione dei grandi predatori", ha commentato l'assessore provinciale alle Foreste, Arnold Schuler, confermando che la priorità assoluta è e rimane la sicurezza della popolazione.













Scuola & Ricerca

In primo piano