Variante centri storici, la giunta torna alla carica 

Entro la fine del mese la nuova versione del documento verrà portata in aula L’assessore Miori: «Modifiche per risolvere alcuni problemi di incompatibilità»


di Leonardo Omezzolli


ARCO. Settimane importanti per la giunta arcense che nei prossimi giorni dovrà affrontare due annose questioni in due distinti consigli comunali da convocare entro la fine del mese. Il primo scoglio è rappresentato dall’approvazione con i due terzi dell’aula del nuovo regolamento che concederebbe alla maggioranza la possibilità di avere un assessore in più in giunta. Poltrona che nelle scorse settimane ha alimentato un vivace dibattito sulle possibili candidature e che nel backstage della politica vede avanzare alcune nomi in quota Patt. Per un solo voto mancante, dovuto all’assenza della consigliera Silvana Comperini, il regolamento non è stato approvato nel primo consiglio utile. Passaggio ancora più critico quello sulla variante dei centri storici decaduta per la mancanza del numero utile necessario alla votazione lo scorso giugno. Una variante che l’amministrazione rivendica come fondamentale e nella quale sono inserite diverse questioni legate alle principali frazioni arcensi. Tra queste l’annosa questione del parcheggio di Pratosaiano atteso da oltre 30 anni.

Il nuovo iter avrà inizio sul finire del mese, ma la partita è tutt’altro che semplice. Rispetto alla precedente versione sono poche le modifiche e le principali riguardano l’implementazione della nuova normativa e alcune piccole ma significative problematiche di compatibilità. In questo modo si cercherà di avere un maggior numero di consiglieri con diritto di voto. «La variante - spiega Miori - è quella caduta a giugno 2017 e le modifiche importanti apportate sono principalmente sul fronte dell’adeguamento normativo e tecnologico, oltre che piccole modifiche legate ai problemi di compatibilità. Ci sono anche - continua - nuove indicazioni della norma che non parla più di volumi, ma di superficie utile netta». Miori consapevole del delicato passaggio guarda a chi ha fatto cadere la variante cancellando lo strumento normativo che avrebbe consentito a privati e Comune di muoversi sulle questioni urbanistiche ed edilizie dei centri storici. «Se qualcuno vuole dire che è ugualmente devastante come dicevano a giugno - ha dichiarato Miori - si guardi i numeri di questa variante e scoprirà che in realtà è conservativa. È più ciò che si è mosso verso il risanamento conservativo che ciò che si è mosso in risanamento, conservazione e restauro nell’ambito della ristrutturazione. Se poi la legge provinciale - ha precisato - ha deciso che la ristrutturazione debba diventare una demolizione e ricostruzione questo non può essere ascritto a una volontà dell’amministrazione di Arco».













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