Primi passi per il nuovo asilo nido 

Recupero della struttura di via Donatori del sangue, progetto preliminare all’architetto Chizzola



ARCO. È stato affidato dal Comune di Arco all’architetto rivano Massimo Chizzola il progetto preliminare (compenso di 9.683 euro) per il risanamento e il miglioramento statico ed energetico dell’asilo nido di via Donatori di sangue. La struttura, non più utilizzata da anni, è destinata nelle intenzioni dell’amministrazione ad ospitare il nuovo nido.

«Il progetto preliminare - spiega il sindaco Alessandro Betta - è il passaggio obbligato per poi accedere agli appositi fondi messi a disposizione della Provincia per il recupero degli asili nido. Nel nostro caso servirà una cifra compresa tra il milione ed il milione e mezzo per portare a termine l’intervento». Per quanto riguarda la tempistica, Betta mette le mani avanti: «Non voglio fare promesse a vanvera, credo che ci vorranno tre anni per poter vedere la nuova struttura operativa».

Non si tratterà tuttavia del classico asilo nido comunale, su questo punto l’amministrazione comunale ha le idee chiare: «Ad Arco risulta che ci siano circa un’ottantina di bambini che non riescono ad accedere alle strutture tradizionali - spiega Betta - e noi dobbiamo dare una risposta senza aumentare le spese correnti. La nostra idea è di completare il risanamento e poi di fare un bando per la gestione, inserendo però dei paletti che permettano di dare risposte concrete alle famiglie, in particolare in termini di flessibilità di orari e di giorni. Con le esigenze che ci sono oggi - prosegue il sindaco - servono strutture in grado di essere operative anche il sabato e la domenica».

In passato (una decina di anni fa) era stata anche ipotizzata la demolizione dell’asilo nido di via Donatori di sangue per poi realizzare una struttura ex novo. Una strada che era stata abbandonata da subito, anche sulla base della forte contrarietà dell’assessore Tomaso Ricci, per tutelare quello che è stata riconosciuto come un immobile dalle caratteristiche architettoniche di valore. L’edificio, infatti, è stato progettato dall’architetto Umberto Giupponi a metà degli anni Settanta e l’opera era stata recensita anche dalla rivista trimestrale di architettura Ottagono.

La presa di posizione dell’assessore Ricci, all’epoca aveva portato anche all’intervento dell’Ordine degli architetti della provincia di Trento: sulla rivista dell’Ordine, l’allora presidente Mario Agostini era intervenuto con decisione per tutelare l’immobile. (g.f.p.)













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