«Eremo, manca ancora la firma sull’accordo» 

L’ad Fontanta conferma le tensioni con la Provincia: «La scadenza di gennaio non è stata rispettata»



ARCO. La tensione intorno a Eremo è elevata e lo conferma lo stesso direttore della casa di cura arcense, Sergio Fontana, che ricorda alla Provincia le promesse fino ad ora non mantenute. Dopo la lettera inviata dalla giunta comunale di Arco all’assessorato alla salute retto da Luca Zeni alcune precisazioni vengono fatte dallo stesso Fontana, sentito sulla questione. «C’è tensione - ha ammesso -. Il tutto fa riferimento ad un accordo tra noi e la Provincia che doveva essere firmato ma che ad oggi non è ancora stato sottoscritto». Un accordo di potenziamento, che darebbe la possibilità alla struttura di lavorare a pieno regime oltre che a dare maggior sviluppo alla stessa. «Questa cosa, questo accordo - continua Fontana - ci era stato garantito che venisse portato a termine entro gennaio, ma così non è andata. Noi - ci ha tenuto a sottolineare - abbiamo tutta una serie di questioni legate allo sviluppo e agli investimenti che derivano essenzialmente da questo accordo. Per questo c’è tensione e - ha ripetuto Fontana - ad oggi non vi sono novità in arrivo». Positiva per il direttore di Eremo l’iniziativa della giunta guidata dal sindaco Alessandro Betta di tenere sotto pressione l’assessorato provinciale. «In questo senso la giunta e il sindaco stanno lavorando per smuovere le acque - ha sottolineato Fontana - e di questo non posso che ringraziare. Si stanno facendo promotori di un’accelerazione per chiudere una cosa che si sarebbe già dovuta risolvere mesi fa». Zeni ha voluto precisare ulteriormente quanto già dichiarato sulle nostre pagine in merito a Eremo e lo ha fatto dedicando una specifica sezione all’interno della corposa risposta alla conferenza stampa dei consiglieri Andrea Ravagni e Bruna Todeschi che chiedevano chiarimenti sull’ospedale di Arco e sul protocollo d’intesa per il suo potenziamento. «Per quanto concerne la riabilitazione e le strutture private accreditate - scrive Zeni - con la delibera della Giunta Provinciale del 7 luglio 2017 è stato esplicitamente previsto un considerevole aumento delle risorse per le strutture private accreditate presenti nell’Alto Garda, tant’è che il budget è complessivamente aumentato, passando da 24.330 milioni a 26.080 milioni di euro. La vocazione territoriale alla cura ed alla riabilitazione dell’Alto Garda è quindi riconosciuta e salvaguardata». Per Zeni è corretto che gli amministratori locali siano sensibili ad un ambito economico, ma questa attenzione, a suo dire, dovrebbe essere riferito al complesso delle imprese del settore. «Sarebbe gravemente scorretto caldeggiare le istanze e gli interessi particolari di una singola realtà imprenditoriale». (l.o.)













Scuola & Ricerca

In primo piano