Osteria Maggiorina, storia di donne 

Aperta a Bezzecca nel 1953, è arrivata alla terza generazione. Sempre al femminile


di Graziano Riccadonna


BEZZECCA. La storia dell’osteria Maggiorina comincia appunto con nonna Maggiorina. Storia di sacrifici e storia di nonne, perché fin dalla nascita, sessanta anni fa, alla Maggiorina la storia la hanno fatta le donne. Prima la mitica Maggiorina (classe 1909), poi mamma Jole, ora le figlie Valeria e Orietta. Una storia semisecolare, iniziata subito dopo la guerra. Negli anni 50 del secolo scorso la nonna Maggiorina, rimasta vedova con tre figlie da crescere, pensa al proprio futuro. All’epoca per una donna rimanere sola significava fatiche e sacrifici, non bastava la mucca a sfamare le tre bocche. Così per qualche anno gestisce il bar in piazza Obbedisco a Bezzecca, poi avendo una abitazione enorme, decide di affittare alcune stanze. Con l’andare degli anni e l’aiuto delle tre figlie, in estate riesce ad offrire agli ospiti alche il servizio ristorante, affiancandolo a una iniziale osteria e alla “Pensione Maggiorina”. Così l’anno 1958 vede l’apertura ufficiale della pensione Maggiorina, in via XXIV ottobre a Bezzecca. Veramente già nel 1953 la Maggiorina aveva aperto il primo locale adibito ad osteria e pensione per villeggianti, ma occorrono diversi anni prima che la gente se ne accorga, e soprattutto si accorga che questa donnetta sta facendo sul serio. Insomma dal niente la Maggiorina riesce in pochi anni a metter su osteria e locale pernottamento, impiegandovi le figlie.

Gli anni passano, le figlie di sposano e nascono i primi nipoti, mentre la gestione è affidata alle due figlie maggiori (Iole e Carmen), la minore (Ida) dà il proprio contributo esterno. Il tutto sempre coordinato dalla mitica nonna Maggiorina, nume tutelare dell’osteria e poi pensione. E soprattutto grande maestra delle figlie nell’accoglienza e nel saper offrire all’ospite il piatto migliore, il letto più riposante.

Nel 2011 il genero Lauro, marito della Jole, scompare lasciando la gestione alle due figlie Orietta e Valeria Spagnolli. Le sorelle proseguono l’attività e nel 2012 ottengono il marchio Ecoristorazione per la salvaguardia dei piatti e prodotti trentini a chilometro zero. Dal 2013 la Maggiorina è iscritta all’albo della celiachia, per la cucina senza glutine. E per il superamento dei 50 anni di attività ottiene la Targa di Bottega Storica del Trentino.

Ultimamente il ristorante Maggiorina è salito agli onori della cronaca in quanto tra i finalisti del concorso gastronomico Upvivium promosso dalle tre Riserve di Biosfera italiane: Alpi Ledrensi e Judicaria, Appennino Tosco Emiliano e Delta del Po. L’attenzione all’ambiente è nel Dna della Maggiorina, che si dota di pannelli fotovoltaici per produrre energia e pannelli solari per l’acqua calda. E soprattutto nel menù fatto di tradizione, dai gnocchi boemi alla carne salada, dallo strangolapreti al mitico brò brusà.













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