Ledro, le critiche di Fedrigotti alla maggioranza 

Ledro. «Perdere un’elezione pone forse più domande che una vittoria. Da dove cominciare? Che senso ha l’agire politico? Cosa proporre? Fino a quanto appoggiare le scelte della maggioranza e quanto...



Ledro. «Perdere un’elezione pone forse più domande che una vittoria. Da dove cominciare? Che senso ha l’agire politico? Cosa proporre? Fino a quanto appoggiare le scelte della maggioranza e quanto “dar contro”?». Sono alcune delle riflessioni che giungono dalla nuova minoranza di Ledro, che, a sostegno del candidato sindaco Alessandro Fedrigotti, ha ottenuto 1377 preferenze (44,1% dei voti). «Le elezioni appena concluse hanno messo in luce un enorme squilibrio di genere all’interno del consiglio comunale: una sola donna siede tra i suoi banchi, per di più all’opposizione. Una su sei tra le file della minoranza. Zero su 12 nella maggioranza. Un triste dato, forse il maggiore di questa tornata, per Ledro, etichettato anche come “Comune maschilista” – dichiara la minoranza di Ledro - e questo è un problema di tutta la comunità: di chi ha cercato i candidati, di chi è votato e di chi vota».

Sarebbero state cinque le elette qualora avesse vinto Fedrigotti. «Vogliamo vedere come si muoverà la maggioranza nella composizione della giunta – aggiunge la minoranza, che prova poi a delineare l’agenda politica, all’insegna di coinvolgimento, formazione e proposte concrete - il nostro programma di amministrazione portato in campagna elettorale era e resta efficace. Nulla è da buttare. Qualcosa si può proporre e realizzare; la speranza di essere utili a Ledro anche tra i banchi di minoranza non ci deve lasciare. Continua poi il nostro desiderio di fare ed essere comunità. Dobbiamo pensare a serate di sensibilizzazione sui temi a noi cari del lavoro, del sociale e della gestione del territorio. Vogliamo organizzare incontri di formazione politica - conclude -. Alcuni nostri rappresentanti sono anche pronti per portare idee nel gruppo di lavoro istituito da Comune di Ledro e Cassa Rurale. E’ bene perciò che ora vengano chiarite le forme di coinvolgimento e lavoro, oltre che le modalità di valutazione dei progetti. Perché questo sia un progetto comunitario poiché finanziato da soldi di tutti i cittadini». S.BASS.













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