«Cerco pizzaiolo»: la richiesta arriva dall’isola di Ko Lipe 

Impazza su Facebook l’offerta per un lavoro in Thailandia dove l’arcense Claudio Saltori ha aperto un ristorante: «È un’opportunità unica per un giovane della Busa perché qui è un vero paradiso»


di Maurizio Zambarda


ALTO GARDA. La stagione sul Garda è terminata, almeno quella estiva, e con essa tutti quei lavori che vedono impegnati centinaia di ragazzi della zona. Ma se guardiamo dall’altra parte del mappamondo ecco arrivare un’insolita offerta di lavoro via Facebook. «Ragazzo/a con esperienza di aiuto pizzaiolo che finita la stagione voglia fare una vacanza-lavoro all’estero», recita l’annuncio. Dove? Nell’isola di Ko Lipe, in Thailandia, nel ristorante italiano “Made in Italy”. «Da dicembre a febbraio – si legge ancora – l’opportunità di vivere un’esperienza indimenticabile nell’isola più bella del sud-est asiatico».

L’avviso sta già facendo il giro della Busa. Chi è l’autore? Claudio Saltori Marchi, nome e volto noto dell’imprenditoria locale. Forse ai più giovani non dirà molto, tutt’altra musica, invece, se parlassimo dello Spleen, la discoteca realizzata nel 1985 proprio da Saltori con Ivo Brighenti e Marco Miorelli. È lo stesso Saltori a spiegarci come vanno le cose adesso.

Claudio, che stai facendo in Thailandia?

«Sono a Ko Lipe da 4 anni, prima come manager per una società italiana e poi con due amici abbiamo affittato un terreno e costruito un ristorante e delle camere».

Il nome è “Made in Italy”, più semplice di così.

«Lo abbiamo aperto quindici mesi fa e siamo già il primo ristorante italiano e il secondo ristorante in assoluto, per gradimento, di tutta l’isola. Siamo a 60 chilometri dalla terraferma ed altrettanti dall’isola malese Langwi. Un autentico paradiso».

E come si vive in questo paradiso?

«In alta stagione si lavorano quindici ore al giorno, negli altri momenti ci si gode il mare. La cosa più difficile è organizzare gli acquisti ed avere un buon rapporto con lo staff, sono diversissimi da noi. Quando pensi di averli capiti ecco, non hai capito nulla».

Come mai cerchi un dipendente italiano?

«Il mio cuoco ha aperto un ristorante per conto suo e riorganizzando il tutto sono rimasto scoperto sulla pizza, ecco il perché dell’inserzione. È una buona opportunità per un giovane, direi unica».

Che legami mantieni con la Busa?

«La mia famiglia è lì, ci sentiamo tutti i giorni, ma credo che piano piano accorcerò il periodo thailandese per allungare la mia permanenza in Italia».

Cosa pensi se ti nomino lo Spleen e la Conca d'oro?

«Sono stati la mia vita. Ancora oggi sogno di aprire uno o l’altro locale. Poi mi sveglio e vedo il mare e provo a dimenticare. Fanno parte del passato, intenso e pieno di soddisfazioni mescolate a delusioni, comunque indimenticabili. La cosa che mi manca di più è il rapporto che avevo con il mio staff, ragazzi fantastici che con mia grande soddisfazione hanno fatto strada grazie anche alle esperienze che abbiamo avuto insieme».

Oggi i locali faticano moltissimo a far decollare la loro attività .

«Dopo il periodo della Conca sono cambiate molte cose ed ora è davvero tutto molto più difficile in un settore che è chiaramente in crisi. Noi facevamo lavorare un sacco di locali della zona, ma va bene. Ora vedo che qualcosa finalmente si sta muovendo anche se forse è ancora poco per una zona come la nostra, e questa è una cosa che fa un po’ tristezza. Per quanto riguarda lo Spleen sono contento che abbia riaperto, auguro a loro di avere successo».

Gli amici più stretti di Claudio Saltori non escludono che in un prossimo futuro, forse nemmeno così lontano, l’animatore della “disco e afro” gardesana possa tornare a gestire un locale in zona.

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