«A mendicare non sono i richiedenti asilo» 

Romano Turrini assicura che il fenomeno dell’accattonaggio non riguarda i profughi ospitati ad Arco



ARCO. «Fra chi domanda l’elemosina davanti ai supermercati non ci sono i richiedenti asilo di cui ci occupiamo nell’ambito dei progetti promossi da Cinformi. Lo sappiamo perché siamo andati a controllare». A spegnere sul nascere ogni possibile erronea interpretazione riguardo il fenomeno dell’accattonaggio molesto, di cui abbiamo scritto ieri, è il coordinatore della Caritas decanale arcense Romano Turrini. «Abbiamo svolto delle verifiche andando di supermercato in supermercato - spiega - per controllare ed avere la certezza che non vi sono dei profughi fra chi chiede l’elemosina. I richiedenti asilo hanno di che vivere, da mangiare e un tetto dove andare a dormire e poi ci stiamo attivando per dei progetti di lavoro. Dunque non hanno necessità di domandare la carità. Piuttosto, alcuni si adoperano per risparmiare dei soldi e cercare di spedirli a casa alle loro famiglie».

Ad Arco il fenomeno dell’accattonaggio molesto è diventato un problema da qualche tempo a questa parte a tal punto che il sindaco Betta ha chiesto alle forze dell’ordine di intensificare i controlli davanti ai punti “sensibili”. È di ieri la notizia che i carabinieri hanno sanzionato due extracomunitari accusati di infastidire troppo la gente davanti ad una farmacia del centro e fuori da un supermercato di via Santa Caterina. «Sono figure nuove rispetto a quelle che tradizionalmente siamo abituati a vedere fuori dei negozi - prosegue - ovvero quei personaggi che ormai da anni troviamo in certi luoghi della città e che non hanno mai creato problemi, che se ne stanno in silenzio attendendo un gesto di generosità e confidando nel buon cuore della gente». Fra questi, finora, non si è mai visto un arcense: anche chi è in grande difficoltà può contare su di un sistema di aiuti garantito dalla solidarietà del territorio.













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