il lutto

Addio a Franco Leasi: bersagliere fino all'ultimo giorno

Classe 1947, è stato per tanti anni un punto di riferimento delle associazioni combattentistiche e d'arma, ma anche di quelle sportive e musicali



BOLZANO. Classe 1947, 77 anni appena compiuti, dopo breve malattia ieri mattina, a Peschiera del Garda, se n'è andato - anzi, come dicono gli amici: è andato avanti - Franco Leasi, storico presidente della sezione altoatesina dell'associazione nazionale bersaglieri.

Vedovo da cinque anni, due figli, Leasi in città era notissimo, come racconta l'amico Silvano Cassini, per il suo indefesso impegno nelle associazioni combattentistiche e d'arma, ma anche in quelle sportive e musicali.

«Franco - racconta l'amico Cassini - ha portato avanti il mandato di presidente dei bersaglieri dal lontano 1995, sempre con grande impegno e professionalità. Ma per noi bersaglieri questa è soprattutto una perdita umana grandissima. La sua priorità è sempre stata il rispetto dei valori: il tricolore, le istituzioni, la famiglia». Una perdita immensa, non solo per i bersaglieri, specifica, «ma anche per i combattenti e i reduci».

Leasi infatti, prosegue l'amico, «faceva parte anche del gruppo alpini di Cardano, ed era anche consigliere della sezione artiglieri. Dove c'era bisogno, dove occorreva la sua professionalità, lui c'era sempre. Non si tirava mai indietro».

Molto amante della musica e dello sport, a inizio anni Ottanta era stato inoltre dirigente della Virtus Bolzano (poi diventata la Polisportiva Piani), di cui lo stesso Cassini era allenatore. «Vincemmo il campionato di terza categoria». Di professione Leasi era stato responsabile del punto vendite della Sip di piazza Parrocchia - telefoni, centraline eccetera. Maestro del lavoro ma, soprattutto, nel cuore i bersaglieri, da quando era partito militare, nella friulana Sacile. Sottufficiale, era stato inquadrato come sergente nella brigata Garibaldi.

«Portava nel cuore - così sempre Cassini - l'orgoglio di aver ricoperto un ruolo importante all'interno della gerarchia militare».

Franco Leasi, conclude l'amico di tanti anni, «era una persona squisita, che lascia un vuoto incolmabile. Una persona amata da tutti, di grande aiuto per l'intera città di Bolzano. Aveva un modo tutto suo, molto amabile, di essere ascoltato e ancora di più di farsi capire».













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