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In fuga da uomini violenti: madre e due figlie si rifugiano in questura a Bolzano

Le tre donne di origine straniera hanno denunciato i maltrattamenti subiti dal marito-padre e da un fratello, contrari alla relazione sentimentale di una sorella più giovane. Ora sono in una struttura protetta



BOLZANO. Si sono presentate all’ingresso degli Uffici della Questura di Bolzano, in Largo Palatucci, per chiedere aiuto e fuggire da un marito-padre e da un fratello violenti. E’ la storia di  tre donne di origine straniera, madre e due figlie da poco maggiorenni, che ieri sera (14 maggio) si sono rivolte alla polizia cercando protezione.

Sono state accolte nella Sala Ascolto protetto – da pochi giorni intitolata al compianto Ispettore Mario Morgavi – da Personale della Polizia di Stato specializzato nel trattare casi di violenza di genere e maltrattamenti in famiglia, e lì, pur molto spaventate ed agitate per la decisione che avevano preso e per il nuovo percorso di vita che avevano condiviso assieme di intraprendere, le tre donne hanno raccontato la loro storia di sofferenza e hanno spiegato di temere per la propria vita a causa degli atteggiamenti ostili e violenti che erano costrette a subire da parte del marito/padre e del figlio maggiore (fratello delle due ragazze).

Madre e figlie hanno spiegato che la violenza era nata dall’opposizione dei due uomini alla relazione sentimentale che una terza sorella più giovane aveva intrapreso con un ragazzo nel Paese di origine. Tale rapporto non era affatto condiviso dal padre e dal fratello maggiore e, proprio per questo motivo, quella stessa sera era sorta una lite familiare che, iniziata su un piano verbale, era degenerata su quello della violenza fisica, culminata con spinte, strattonamenti, botte e mani al collo alla sorella maggiore intervenuta a difesa della sorella.

Non sentendosi più sicure a casa propria, al culmine di una situazione oramai irreversibilmente compromessa e potenzialmente pericolosa per la loro incolumità, le tre donne hanno deciso di andare dalla polizia. 

Gli agenti della Squadra “Volanti” hanno verificato che il figlio maggiore/fratello si era messo sulle loro tracce, motivo per il quale, al termine del colloquio, le vittime sono state collocate in una struttura protetta.

La vicenda è ora al vaglio della Squadra Mobile, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Bolzano, per gli accertamenti del caso.

“Tre donne vittime di atteggiamenti violenti e persecutori da parte di familiari hanno trovato il coraggio di presentarsi assieme negli Uffici della Polizia per chiedere aiuto e denunciare quanto erano state costrette a subire – ha commentato il Questore Paolo Sartori –. Le violenze di genere ed i maltrattamenti in famiglia, oltre a rappresentare forme di reato particolarmente odiosa in quanto commesse a danno di vittime spesso non in grado di potersi difendere, rappresentano un grave problema culturale”.













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