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Cucina italiana patrimonio dell'umanità: dall'Unesco un primo sì

Forse arriva tardi il ricoscimento Unesco alla cucina italiana a patrimonio dell'umanità, ma se il Comitato intergovernativo dell'organizzazione delle Nazioni Unite, che si riunirà in India a New Delhi dall'8 al 13 dicembre, darà il via libera all'ingresso nella prestigiosa lista internazionale, la cucina italiana sarà la prima al mondo a conquistare il titolo nel suo insieme, e non per singole tecniche gastronomiche o rituali di festa come avvenuto per la Francia, Messico, e la Korea. Sarà dunque un primato storico.

Il dossier di candidatura italiana chiede un riconoscimento tout court, per tutto quel mosaico di tradizioni, storie, ricette che in ogni territorio della Penisola sanno esprimere attraverso accoglienza, convivialità, sentimento e il prendersi cura della propria persona e di chi quel piatto degusterà.

Dopo l'avvio dell'iter di candidatura iniziato a marzo 2023, con ministri Lollobrigida e Sangiuliano e su impulso della Fondazione Casa Artusi, dell'Accademia Italiana di Cucina, del Collegio Culinario e della storica rivista La Cucina Italiana, il dossier, coordinato dal giurista Pier Luigi Petrillo, evidenzia come, in Italia, la pratica della cucina sia un elemento quotidiano, un modo di prendersi cura di sè e degli altri, ma anche di ricordare le proprie origini e mantenerle vive trasmettendole alle nuove generazioni

. Compiuto ora il primo passo, quello tecnico, con l'organo degli esperti mondiali Unesco che consiglia l'iscrizione della cucina italiana nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell'umanità, e da' parere favorevole anche per i dossier di candidatura dello Yodel svizzero, del Son cubano, degli Origami giapponesi, del vino passito di Cipro, del rito della passione di Cristo in Messico. Ora la partita si sposta in campo politico.

L'Italia vanta 20 riconoscimenti della lista dei beni immateriali Unesco e a livello mondiale è al secondo posto, dopo la Turchia, per riconoscimenti in campo agroalimentare, con cinque ingressi nel prestigioso elenco. Su 630 riconoscimenti nella lista del patrimonio immateriale Unesco una cinquantina sono legati al cibo e alle tradizioni gastronomiche.

Il Giappone sta lavorando alla candidatura dell'arte del tè Matcha, mentre la Spagna sta valutando le sue prossime candidature, mentre Turchia ed Italia sono leader indiscussi in campo agroalimentare. Petrillo ricorda inoltre che l'inserimento nella lista Unesco può fungere da volano per le attività ricettive, ad esempio nelle Langhe e Monferrato diventate sito Unesco nel 2014 i posti letto in strutture non alberghiere, tipiche in zone rurali, crescono con una media annua del +23%.

 









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