Allarme dazi sul vino al Festival dell’Economia: «A rischio un comparto che dà lavoro a 3 mila persone. Intervenga la diplomazia»
Il presidente Luca Rigotti avvisa: “Imposte Usa fino al 20% metterebbero fuori mercato il vino italiano”. Il sistema cooperativo rivendica il suo peso nell’economia e chiede l’intervento dell’Unione europea e del governo
TRENTO. “Titani dell’impossibile. Le cooperative tengono la rotta tra le onde del caos.130 anni di cooperazione”.
È questo il titolo del primo degli incontri organizzati da Confcooperative all’interno del Festival dell’Economia, che ha visto la partecipazione dei vertici nazionali dell’organizzazione, tra cui Raffaele Drei, presidente di Confcooperative-Federpesca, e Luca Rigotti, referente per il comparto vino a livello europeo all’interno del COPA-COGECA, nonché a capo del Gruppo Mezzacorona.
Presenti anche Roberto Simoni, presidente della Federazione Trentina della Cooperazione, Ernesto Seppi, presidente di Melinda, Lorenzo Libera, presidente di Cavit, Stefano Albasini, presidente di Concast, insieme a Francesca Gennai, presidente di Consolida, e Silvio Mucchi, presidente della Cassa Rurale Val di Non.
La cooperazione – hanno rivendicato Simoni e Drei – ha un ruolo centrale nell’economia italiana: oltre il 20% del PIL nazionale proviene dalle cooperative, che nell’ultimo anno hanno superato i 40 miliardi di euro di fatturato. Il 70% del vino italiano viene commercializzato tramite le cooperative, così come oltre il 50% dell’ortofrutta.
A tenere banco, più di ogni altro tema, è stato quello dei dazi introdotti dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che – come ha ricordato Luca Rigotti – “salvo auspicabili sviluppi della diplomazia internazionale, entreranno in vigore fra un mese e mezzo”.
Dal 2 aprile, infatti, l’amministrazione americana ha annunciato l’introduzione di tariffe suppletive del 20% sul valore per tutte le importazioni negli Stati Uniti, comprese quelle dei prodotti agroalimentari europei, in particolare il vino. In seguito, Trump ha annunciato una parziale sospensione del provvedimento, mantenendo però un dazio del 10% sui prodotti importati.
“Già oggi il 10% rappresenta una penalizzazione gravosa, ma se verranno applicati nella forma annunciata i dazi fino al 20%” – ha avvertito Rigotti – “l’impatto sul vino italiano sarà davvero pesante, soprattutto considerando che il 70% della produzione è destinata all’estero. Le ripercussioni saranno evidenti anche sul vino trentino, con cantine come Cavit e Mezzacorona fortemente orientate all’export e molto presenti negli Stati Uniti”.
“Ora puntiamo tutto sulla diplomazia, sia a livello nazionale che comunitario” – ha aggiunto Rigotti – “Il tema dei dazi è di competenza europea, e proprio per questo ci siamo mossi con determinazione come COPA-COGECA a Bruxelles, sollecitando un’azione incisiva dell’UE per giungere a un accordo equo con gli Stati Uniti. Allo stesso tempo, abbiamo sensibilizzato i ministri italiani degli Esteri, dell’Agricoltura e del Made in Italy sulla questione”.
Secondo Rigotti, il rischio concreto è che, se i dazi verranno applicati nella misura massima del 20%, i prodotti europei e italiani finiscano fuori mercato, anche a causa del contestuale indebolimento del dollaro sui mercati finanziari. “Non va dimenticato – ha sottolineato – che i consumatori americani hanno visto ridursi notevolmente il loro potere d’acquisto negli ultimi anni”.
“E questo – ha ricordato il presidente Rigotti – si è combinato con l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, e con la crescita esponenziale del costo del denaro imposta dalle banche centrali, inclusa la BCE, per raffreddare l’inflazione. Tutti fattori che hanno rallentato gli investimenti e ridotto la capacità di spesa delle famiglie”.
“È evidente – ha concluso – che il sistema dei dazi mette oggettivamente in difficoltà il settore, che in Trentino dà lavoro a oltre 3.000 persone e coinvolge migliaia di produttori e operatori. È quindi fondamentale che le istituzioni pubbliche, sia locali che nazionali, si facciano carico di questa problematica, attivando strumenti di sostegno per un comparto decisivo dell’economia italiana e trentina, a tutela del reddito dei produttori”.