Ciclismo

Un Moscon mondiale: «Quello che conta è che vinca l’Italia»

Dopo la strepitosa Vuelta corsa al servizio del dominatore Froome, per Gianni cronosquadre, crono e gara in linea


di Luca Franchini


TRENTO. Con il quinto posto alla Parigi-Roubaix e il successo ai campionati italiani a cronometro, maturati nella prima parte di stagione, Gianni Moscon aveva confermato le proprie indubbie qualità, emerse già nel 2016 al debutto tra i professionisti, quando conquistò il suo primo successo nel ciclismo che conta facendo sua l’Arctic Race of Norway. Il 23enne noneso del Team Sky è stato uno degli uomini di riferimento per Chris Froome alla recente Vuelta e ora si appresta a recitare un ruolo di primo piano in maglia azzurra ai Mondiali di Bergen. Moscon sarà impegnato prima nella cronosquadre con la Sky, poi con l’Italia nella crono individuale e nella corsa in linea.

Il corridore classe 1994 di Livo tornerà in quella Norvegia che gli ha regalato la prima grande gioia da pro, forte della invidiabile condizione mostrata alla Vuelta, chiusa al 27esimo posto dopo aver lavorato per il proprio capitano Chris Froome. Cosa le ha lasciato la corsa spagnola? «La Vuelta è stata molto impegnativa – replica Moscon - Non c’è mai stato un giorno in cui si sia potuti stare tranquillamente a ruota. C’è sempre stata grande battaglia, percorsi costantemente ricchi di insidie. Mi è servita per maturare ancora più consapevolezza nei miei mezzi. L’esperienza fatta stando accanto a un grande capitano per tre settimane è stata importante per la mia crescita».

Ora c’è una maglia azzurra da vestire. Al secondo anno da professionista, il noneso sarà uno degli elementi di punta dell’Italia del c.t. Davide Cassani. Stando alle caratteristiche del percorso e a quelle del corridore, Moscon sarà chiamato ad agire nel finale, magari con un attacco per provare a mettere alle corde le squadre e i corridori candidati al titolo. «Ho già vestito la maglia della Nazionale agli Europei lo scorso anno e ai Mondiali da under 23 (fu quarto nella corsa in linea a Richmond nel 2015, mentre a Ponferrada dodici mesi prima cadde mentre era al comando, ndr) – aggiunge – Indossare la maglia azzurra è sempre bello e sono motivato. Voglio fare una bella gara. La mia condizione è buona e credo di poter essere competitivo: se la corsa si farà dura, mi farò trovare pronto».

Assieme a Moscon ci sarà anche Matteo Trentin, capitano designato dell'Italia per la corsa iridata di Bergen assieme ai velocisti Sonny Colbrelli ed Elia Viviani. «È bello poter condividere un’esperienza come un campionato del mondo assieme a corridori che, oltre che compagni di squadra, sono anche amici e conterranei – conferma Moscon – Sarà un piacere lavorare l’uno per l'altro, anche perché l’obiettivo sarà comune: portare l'Italia il più in alto possibile».

Prima, però, ci saranno la cronosquadre (domenica 17 settembre) e la crono individuale (mercoledì 20 settembre), dove Gianni sarà chiamato a onorare la maglia di campione italiano conquistata a inizio estate. Nella gara riservata ai team, il noneso sarà al via assieme a campioni del calibro di Froome, Thomas, Kiryienka e Kwiatkowski. «Puntiamo a vincere» commenta Moscon senza tanti giri di parole. Punta al bersaglio grosso anche la Bmc degli altri due regionali Daniel Oss e Manuel Quinziato, con il bolzanino all’ultima gara della carriera. La Bmc ha vinto due volte il titolo iridato, nel 2014 e nel 2015, e vuole riprendersi lo scettro dopo averlo ceduto lo scorso anno alla Quick-Step Floors, al tempo Etixx-Quick Step. Già domenica un trentino potrebbe salire sul tetto del mondo.

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