L'INTERVISTA Grasjan Aliù 

«Sono venuto a Trento per provare a vincere» 

Serie D. Nelle due ultime stagioni il bomber albanese ha messo a segno 42 reti in 58 partite «Ho sfiorato il salto in C con Campodarsego e Adriese, voglio centrarlo con la maglia gialloblù»


Lorenzo Di Domenico


Trento. Con la bellezza di 109 reti in 225 apparizioni in Serie D, sono i numeri a parlare per Grasjan Aliù. L’attaccante albanese arrivato a Trento nel corso dell’estate è senza dubbio uno dei migliori bomber della categoria ed era la priorità per il reparto offensivo gialloblù sul mercato. Dopo cinque anni al Campodarsego costellati da tantissime reti e le ultime due impressionanti stagioni all’Adriese, dove ha realizzato 42 reti in 58 presenze, Aliù arriva in gialloblù in quello che è probabilmente il miglior momento della sua carriera.

Come è nata l’operazione che ha portato al Suo approdo a Trento?

Già lo scorso anno il direttore (Gementi, ndr) mi aveva cercato. Io avevo fatto un anno importante, segnando 24 gol, e non me la sono sentito di scendere di categoria, ma già lo scorso anno la possibilità di venire al Trento faceva un certo effetto: è una città importante, con strutture importanti e un progetto serio. Difficilmente si riesce a dire di no.

Quest’anno, invece, con la promozione in Serie D è arrivato.

Quest’anno appena il direttore mi ha chiamato io avevo quasi già deciso di venire qui. L’unica altra opzione era la Serie C, mi sarebbe piaciuto provare a farla. Però non avendo avuto proposte da squadre a livello del Trento, in termini di struttura e blasone, ho deciso di venire qui, per provare a vincere e fare qualcosa di importante. Per provare ad andare in serie C con il Trento.

Negli ultimi due anni è riuscito ad aumentare ulteriormente il suo rendimento, i due anni all’Adriese sono stati i migliori della Sua carriera?

A livello realizzativo quello ad Adria è stato il mio miglior biennio, ma anche a Campodarsego, da quando siamo tornati in Serie D, abbiamo fatto tre anni importanti, vincendo la coppa e arrivando secondi due volte. Diciamo quindi che gli ultimi cinque anni sono stati importanti.

Nella prima stagione che ha disputato con l’Adriese, dopo un girone d’andata dominato non siete riusciti a raggiungere la Serie C, cos’è successo?

La squadra era fatta per disputare un ottimo campionato, ma non era uno squadrone che doveva vincere per forza. Ci siamo trovati in testa con sette punti di vantaggio all’andata ed abbiamo fatto fatica a gestire la pressione di essere primi nelle partite iniziali del girone di ritorno. Serviva quel qualcosa in più caratterialmente dai giocatori e secondo me è mancato un po’, abbiamo perso delle partite di troppo e invece l’Arzignano al ritorno non ha mai perso, il merito infatti va anche a loro per aver fatto 45 punti nel girone di ritorno.

Tra i tanti compagni di reparto che ha avuto nel corso degli anni quale ritiene sia stato il più forte?

Ho avuto parecchi compagni di reparto davvero bravi, però posso dire sicuramente Giacomo Marangon per le sue qualità tecniche, è un giocatore fortissimo, devastante.

A proposito di Marangon, c’erano tanti rumors riguardo un suo possibile trasferimento a Trento quest’estate, credeva fosse possibile?

Sì e no, perché lui voleva comunque tornare ad Adria. La sua prima scelta era Adria, lui è un tipo un po’ particolare, a spostarsi fa fatica. Poteva essere una possibilità, ma realisticamente parlando la vedevo difficile.

Ci parli un po’ del Grasjan Aliù fuori dal campo, cosa le piace fare? Quali sono i suoi hobby?

Nel periodo estivo mi piace andare a giocare a foot-volley e a tennis al mare con i miei compagni ed ex compagni. Mi piace anche andare a fare lunghe passeggiate con la mia ragazza e leggere qualche libro.

Venendo al presente, che ambiente ha trovato a Trento?

Ho trovato un ambiente di persone molto serie e preparate, infatti è difficile pensare che due anni fa il Trento sia retrocesso pur costruendo un’ottima squadra, perché vedo molta professionalità e voglia di far bene. Mi sembra che qui ci sia tutto per far bene, anche se poi sarà il campo a parlare.

Com’è stato il primo approccio con mister Parlato? Che impressione l ha fatto?

Sembra una persona molto pacata, che sa il fatto suo. E’ sicuro delle sue idee e questo è fondamentale per i giocatori. Iniziando gli allenamenti lo conoscerò sicuramente meglio, ma ho trovato una persona preparata che parla direttamente, ti dice le cose in faccia.

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