«Senza il pubblico il campionato può essere annullato»
Volley, l’allarme del presidente. «A porte chiuse si può giocare ma non si possono pagare gli stipendi, il pubblico è il nostro sponsor Birarelli? Lo vorrei allenatore. Kaziyski? È lui che non ha voluto tornare»
TRENTO. Più che al possibile ingresso nell’Ac Trento – da leggere non tanto come un intervento economico, quanto come un contributo dal punto di vista manageriale – Diego Mosna pensa alla ripartenza del grande volley. Auspicabile, anzi, necessaria, ma ancora non certa. Soprattutto, se assieme ai giocatori, nei palazzetti non dovessero rientrare gli spettatori. «C’è il rischio che il campionato venga annullato, senza pubblico si può giocare ma non si possono pagare gli stipendi», dice il presidente di Trentino Volley, con il quale abbiamo parlato anche del “caso Vettori”, di Birarelli possibile allenatore del settore giovanile gialloblù, del mancato ritorno di Kaziyski e delle grandi speranze riposte in Alessandro Michieletto.
Presidente Mosna, suona quasi un po’ strano: nel momento più difficile, voi tirate fuori la squadra migliore degli ultimi anni.
«Sì, noi abbiamo fatto lo squadrone prima del Covid-19, ma dovremo pagarlo dopo il Covid-19. Per fortuna gli sponsor ci sono rimasti vicini al 95%. Tutti abbiamo pagato un prezzo alto, ma in due mesi un’azienda non fallisce. Capisco gli esercizi pubblici, gli alberghi, i ristoranti, le compagnie di navigazioni o aeree, questi settori hanno vissuto un momento drammatico. Per le altre aziende c’è un calo importante di fronte al quale bisogna sapere reagire, avere un po’ di ottimismo e lavorare, tenendo conto anche delle possibilità di finanziamento. Noi viviamo questa situazione con preoccupazione, soprattutto per l’assenza del pubblico. Tanto è vero che in Lega, se non si avrà una garanzia di partenza con il pubblico, non si parte. C’è anche il rischio che questo campionato venga annullato, se non ci sarà il pubblico. Senza pubblico si può giocare, ma non si possono pagare gli stipendi, soprattutto per una società come la nostra, che fa migliaia di spettatori. Lo sponsor è il pubblico».
Rispetto agli accordi presi prima della pandemia, avete ridotto gli ingaggi?
«No, ma stiamo trattando. Tenteremo di negoziare una riduzione in funzione di quelle che saranno le decisioni, in primis proprio quella relativa al pubblico. Noi siamo in attesa giorno dopo giorno che succede qualcosa, la situazione è davvero preoccupante. Adesso i teatri sono aperti, altre manifestazioni vengono fatte con il pubblico, non si capisce perché lo sport debba soffrire quella che, secondo me, è un’anomalia».
A proposito di riduzioni d’ingaggio, perché Vettori ha fatto tutto quel chiasso? Cos’è questa storia del vincolo?
«Non aveva nessuno vincolo. Quando lo abbiamo preso, abbiamo pagato un buy-out a Modena, 90 o 100 mila euro. E noi non abbiamo fatto altro che rovesciarlo sulla società che lo ha ingaggiato adesso. È una cosa che aveva accettato quando aveva sottoscritto il contratto con noi tre anni fa, mica adesso. Non c’era nessun vincolo. Secondo me parlava del vincolo per altri, non per se stesso».
I riflettori sono tutti suoi nuovi acquisti, giustamente, anche perché sono signori giocatori, ma ci sembra che nutriate grandi speranza nei confronti di Alessandro Michieletto: se non è un nuovo Giannelli poco ci manca.
«Questa è l’impressione che abbiamo, suffragata dai tecnici e da chi lo segue. Lorenzetti è entusiasta delle doti di questo ragazzo, per come sta in campo, per come s’impegna. Io non mi atteggio a grande tecnico, ma in campo si vede. Hadelle doti innate nella ricezione e nell’elevazione: è 2,05, crescerà ancora qualche centimetro, sarà un fuoriclasse per dimensioni e per attitudini. Era giusto che facesse questo percorso, anche la A3 della scorsa stagione, quest’anno è dietro due grandi giocatori ma avrà il suo spazio in campo. Giannelli ha un valore inestimabile, Michieletto gli andrà dietro, sono i due gioielli che abbiamo sfornato, frutti dal lavoro del nostro settore giovanile. Gli unici che non se ne accorgono sono i federali: queste sono le attività che andrebbero aiutate».
Il ritorno di Birarelli è stata un’eventualità concreta o solo una chiacchiera?
«Solo una chiacchiera. Innanzitutto perché è un giocatore che ha un accordo con Verona, e quindi non ci abbiamo nemmeno pensato. In più volevamo avere un atleta giovane dietro a Lisinac e Podrascanin. Birarelli è stato un ottimo giocatore, ma gli anni li ha. A noi piacerebbe averlo in società, come allenatore per il settore giovanile, se fosse orientato al post-carriera agonistica. Sempre che si possano fare investimenti di questo genere per il settore giovanile, con i chiari di luna che ci sono. Con il disinteresse che c’è da parte di chi ci governa, è difficile dire “spingiamo sul settore giovanile”».
Non avete mai valutato l’eventualità d’ingaggiare nuovamente Matey Kaziyski?
«Sì, ma lui ha preferito Verona. L’avevamo sentito già due o tre anni fa, l’abbiamo aspettato, evidentemente il suo legame con Stoytchev è talmente forte che preferisce stare dove sta Rado. Pensavamo chiudesse la carriera a Trento, ci spiace molto, ma chiaramente la scelta spetta a lui».
Veniamo alla più stretta attualità, ossia a questo suo chiacchieratissimo, possibile ingresso nell’Ac Trento. È una cosa imminente? Si dice che abbia appena incontrato Giacca.
«Giacca lo incontro da non so quanti anni, è nella normalità. Mi è stata fatta la richiesta di un ingresso nella società, non a me come persona fisica ma per quello che rappresento a livello di organizzazione sportiva: noi abbiamo una struttura che, secondo quella richiesta, potrebbe aiutare il programma di Giacca. Ci è stato chiesto ma non abbiamo preso nessunissima decisione. Siamo ancora al pour parler, stiamo esaminando il programma. Da parte dei media locali c’è grande interesse perché c’è di mezzo il calcio, che in Italia muove grandi numeri. Ma proprio per questo mi muoverò con grande prudenza».
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