«Protocolli Cev più flebili domani coi russi si gioca» 

Il ds Da Re: «Con le loro regole ci hanno mandati in campo in Svizzera e ci siamo contagiati» Preoccupa De Angelis «Accusava qualche linea di febbre e malessere generale, speriamo...»



Trento. Non è solo Giannelli a preoccupare. Tra i motivi legati al rinvio della sfida tra Trento e Padova spunta anche quello legato alle condizioni di Carlo De Angelis, divenuto fattore determinante per convincere la commissione medica della Lega a suggerire il rinvio della partita. Retroscena svelato dal direttore sportivo Bruno Da Re.

«Oltre al tampone positivo di Giannelli - spiega il team manager - ieri De Angelis accusava qualche linea di febbre e malessere generale. Potrebbe trattarsi di un attacco febbrile non legato al Coronavirus, ma in un contesto già segnato dal ritorno alla positività del capitano è stato meglio fermarsi. Una situazione che ha capito subito Padova che si è immediatamente resa disponibile a rinviare l’incontro senza alcun problema».

Una notizia che getta ancora più nello sconforto un gruppo già bersagliato dal virus e provato nel morale dai continui rinvii. «Il rinvio di ieri - prosegue Da Re - è stato inusuale, ma nulla più in questo campionato si può definire usuale. Non so quando sarà recuperata la partita, di certo ci ritroveremo a giocare molto spesso nei prossimi mesi, circa ogni due giorni. Siamo stati fermi dal primo novembre, poi mercoledì scorso abbiamo giocato contro Vibo, partita che a mio parere non si sarebbe dovuta disputare. In campo c’era Kooy, che non era per nulla pronto fisicamente. Al suo rientro in gruppo era visibilmente provato e affaticato. Avrebbe dovuto fare pesi e ricondizionamento fisico e invece ha dovuto giocare quattro set correndo seri rischi. Auguro a chiunque di non dover mai incappare nel Coronavirus, perché è un virus subdolo che colpisce in maniera differente. Per fare un esempio Kooy, Michieletto, Podrascanin e Lisinac hanno faticato molto a recuperare, mentre al contrario Rossini dopo 30 minuti di allenamento era come nuovo».

Il virus ha di fatto messo in ginocchio la squadra, che in pochissime occasioni ha potuto allenarsi a dovere e con tutti i suoi effettivi. «Se Perugia - continua Da Re - ha avuto la “fortuna” di avere due gruppi numerosi di contagiati, a noi è andata peggio. Prima si sono ammalati Podrascanin e Lisinac, poi è toccato a Michieletto, quindi Kooy, Rossini e Sosa Sierra. Dopo qualche giorno ecco le positività di Argenta e Giannelli prima di quella di Sperotto. Questa condizione ci ha devastati. Un giorno ci si è allenati in 10, un altro in 8 senza continuità, i tamponi fatti molto spesso, le partite rinviate all’ultimo minuto, i giocatori che ieri mattina pensavano di allenarsi con il loro capitano e al suo posto hanno trovato un infermiere. Posso solo sperare che tutto questo non lasci conseguenze fisiche sui giocatori».

E domani c’è la Champions: «Vedremo che succederà - conclude Da Re - stiamo facendo una media di oltre un tampone ogni due giorni e oggi ne effettueremo un altro ma non siamo molto speranzosi. La Cev ha un protocollo diverso, più flebile e ha deciso che si gioca. Lo stesso protocollo che ci ha fatti giocare in Svizzera, dove tutti i giocatori si sono contagiati, compresi i nostri avversari Russi che erano negativi ma i tamponi li hanno fatti 4 giorni prima della partita e hanno ricominciato a giocare soltanto ieri». PA.T.













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