L'INTERVISTA MATTEO PICARELLI 

«Negli Stati Uniti per laurearmi, ma sogno la Serie A» 

La stellina dell’Aquila Basket. «Ladurner e Voltolini hanno grandi potenzialità, spero che il Covid-19 possa essere un “assist” per la loro carriera. Quella volta che entrai in campo con la maglia di Knox...»  


IL LONZONE


trento. Dopo una stagione a fare la spola tra Under 18 e prima squadra Matteo Picarelli è pronto a spiccare il volo. La stella delle giovanili bianconere ha infatti scelto di proseguire gli studi in America, dove dalla prossima stagione vestirà la maglia della University of Maryland nel prestigioso torneo della NCAA. In attesa di capire l’evolversi della situazione oltreoceano, Matteo Picarelli ha gentilmente risposto ad alcune domande riguardo il suo futuro, nonché quello dei principali talenti emergenti trentini.

Buongiorno Matteo, per prima cosa come ti presenteresti a tutti i tifosi che in questi anni non hanno avuto modo di seguire le giovanili?

Come giocatore mi considero un play/guardia con una buona abilità di tiro e nel giocare il pick and roll. Sono nato a Milano e all’età di 9 anni mi sono trasferito insieme alla mia famiglia in Svizzera, dove ho giocato fino allo scorso anno. Gli ultimi due anni li ho passati con la prima squadra del Grasshopper Club Zürich, nella Seconda Lega svizzera. Quest’anno sono arrivato a Trento con la possibilità di far parte sia della prima squadra che dell’Under 18, nonostante avessi già fatto dei tornei con le giovanili di Trento, come ad esempio la NextGen Cup vinta lo scorso anno.

Veniamo alla notizia degli ultimi giorni: come è nata l'idea di andare al college e di provare a giocare in NCAA?

Misurarsi con il basket americano all’inizio era solo un sogno, poi dopo gli Europei Under 16 ho cominciato a realizzare che poteva essere una buona soluzione per far combaciare lo studio e lo sport. Ho iniziato a parlarne con i miei genitori, e avendo fatto tutto il percorso scolastico a Zurigo abbiamo pensato potesse essere un vantaggio proseguire l’università in lingua inglese. Ho iniziato inviando dei video ai college, dopodiché l’aver giocato gli Europei Under 18 e i Mondiali 3x3 mi ha aiutato ad avere un po’ di visibilità in più. Alla fine sono state le stesse università a contattarmi.

Alla luce di questa nuova avventura, come si vede fra qualche anno?

L’obiettivo concreto è quello di laurearmi in economia e di continuare a giocare a basket ad un certo livello. Solo il tempo e i miei miglioramenti potranno stabilire se si tratterà di Serie A piuttosto che di A2 o di Italia piuttosto che Europa. Il mio sogno è quello di riuscire un giorno a vestire la maglia di una squadra di Serie A da protagonista. Quest’anno ho avuto l’opportunità di assaggiare l’ambiente, ed è sicuramente una delle cose che mi spinge a lavorare verso questo mio sogno.

A proposito del suo esordio in prima squadra, i tifosi la ricordano con simpatia per l’episodio che l’ha vista entrare in campo con la maglia di Knox, ci racconta com’è andata?

Spero proprio che a fine carriera non si ricordino solo di quel momento! A parte gli scherzi, il mio esordio è stato un momento che non dimenticherò mai, nel bene e nel male. Ero arrivato al palazzetto prima dell’orario previsto per fare allenamento di tiro. Ho indossato i pantaloncini da gara e ho appoggiato la canotta ufficiale in spogliatoio, dopodiché si vede che Justin, il mio vicino di posto, ha appoggiato la sua maglietta sopra la mia. Io sono tornato negli spogliatoi dopo il riscaldamento e ho preso la canotta da dove l’avevo lasciata, senza però prestare particolare attenzione. Non ci siamo accorti dell’errore fino al momento in cui il tavolo ha bloccato il cambio, sarebbe stato deprimente non poter esordire per colpa di quella svista.

Da compagno conoscerà meglio di chiunque altro sia Voltolini che Ladurner, anche loro sempre più nel giro della prima squadra, come vede il loro futuro?

A prescindere da dove giocheranno l’anno prossimo auguro il meglio ad entrambi. Max Ladurner negli ultimi anni a Trento ha mostrato un ottimo potenziale, unito a miglioramenti esponenziali. Sarei molto contento per lui se già dall’anno prossimo cominciasse ad avere dei minuti con la prima squadra. Quest’anno già dai tornei in preseason ha saputo farsi trovare pronto. Alessandro Voltolini è un grande lavoratore e migliorerà ancora tanto. Purtroppo nel suo ruolo trovare spazio fin da subito è molto dura, soprattutto perché ci sono tanti americani e stranieri con cui competere. Da una parte la situazione economica attuale potrebbe permettere ai giovani di trovare più spazio, dall’altra però pretenderà che gli stessi si facciano trovare pronti per cogliere l’opportunità.

Nel caso nei prossimi anni riuscisse a sfondare nel basket universitario, cosa che ovviamente le auguriamo, l’Aquila godrebbe di qualche “diritto di prelazione” nei suoi confronti?

Non ho nessun impegno contrattuale con Trento, anche perché l’NCAA ha regole molto rigide riguardo l’amatorialità degli atleti. In ogni caso, come già detto, se in futuro si dovesse presentare l’opportunità, mi piacerebbe davvero tanto tornare a Trento da giocatore professionista.

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