«Ne usciremo più solidali Bonucci e Chiellini sono un esempio per il calcio» 

La speranza di tornare a giocare. «Ripartire entro maggio ci consentirebbe di concludere  il campionato». Le questioni economiche. «Tutti devono concorrere, preoccupano Serie B e C»


Italo Perini


La speranza è che il campionato possa riprendere e quindi concludersi, seppure in ritardo. In alternativa, sono già allo studio diverse opzioni. Alla vigilia dell’incontro in videoconferenza fra la Uefa e le 55 Federazioni associate per fare un punto sulla situazione e discutere le opzioni in relazione alla potenziale riprogrammazione delle partite, contratti dei giocatori e sistema trasferimenti, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina in un’intervista all’Italpress ha toccato tutti i temi all’ordine del giorno.

Qual è la data ultima per riprendere il campionato alla luce delle parole del ministro Spadafora?

«Aspettiamo di capire quale riferimento verrà inserito nel nuovo Decreto, ovviamente ci atterremo alle indicazioni della comunità scientifica e del Governo. Nel frattempo, parteciperemo alla riunione di domani (oggi, ndr) con la Uefa per capire bene qual è lo scenario a livello internazionale. Comunque, ripartire entro il mese di maggio ci consentirebbe di concludere il campionato con un leggero sforamento».

Lei ha indicato data ultima per chiudere il campionato nel 15 luglio e poi in metà agosto la data necessaria per far ripartire la nuova stagione che si concluderà con gli Europei: non ci sarebbe dunque alcuna interruzione tra la fine dell’attuale stagione e l’inizio della successiva?

«Le date le stabiliremo quando il quadro sarà chiaro. La mia premura è stata di ribadire che il processo di iscrizione ai campionati dura circa 20/30 giorni, quindi dobbiamo tener conto di questi tempi tecnici prima di riprendere l’attività. Il tutto dovrà essere armonizzato a livello europeo perché i nostri club giocano le coppe internazionali, eventualmente cercheremo di comprimere il più possibile le date senza penalizzare troppo la prossima stagione sportiva».

Qualora non si potesse invece più giocare, al di là della decisione sullo scudetto che spetterebbe al consiglio federale, le posizioni attuali verrebbero cristalizzate per comunicare all’Uefa le partecipanti alle prossime coppe? E quale sarebbe la terza squadra a partecipare all’Europa League dato che la Coppa Italia non è finita e la settima posizione in campionato non è chiara?

«Anche la determinazione della classifica di tutti i campionati spetta al consiglio federale, non solo l’assegnazione dello scudetto. Non ho perso la speranza di tornare in campo, ma stiamo studiando diverse opzioni e prima di decidere faremo una valutazione che tenga presente il minor rischio di conflittualità all’interno del mondo del calcio. Dopo un periodo così difficile, non sarebbe veramente auspicabile».

Come si pone la Figc nella “trattativa” fra Lega e Aic sui possibili tagli agli ingaggi dei calciatori e come valuta il taglio fatto dalla Juve, al momento unica società in Italia?

«La mia posizione è chiara sin dall’inizio: tutti devono concorrere, quota parte, per fronteggiare la crisi dovuta all’emergenza Covid-19. Per questo ho apprezzato molto l’iniziativa della Juventus, in particolare ho elogiato l’azione decisiva di Chiellini e Bonucci che si sono fatti interpreti presso i loro compagni di un’esigenza impellente per il loro club».

Come giudica le preoccupazioni sul futuro di Lega Pro e Lnd espresse dai Presidenti Ghirelli e Sibilia?

«Sono preoccupazioni reali. La base della piramide del calcio italiano è la più esposta, rischiamo di dover rinunciare ad un numero ingente di società. Stessa cosa, non in termini numerici ovviamente, rischia di avvenire in Lega Pro. Per impedire che questo avvenga, stiamo lavorando senza sosta individuando norme federali ad hoc e promuovendo azioni legislative di sostegno al nostro settore. Il Fondo Salva Calcio, con la partecipazione diretta della Figc, e mi auguro anche della Fifa, della Uefa, magari anche con l’1% derivante dalle scommesse che abbiamo chiesto al Governo, sarà uno strumento utile per impedire questa emorragia».

In che modo il calcio uscirà cambiato, secondo lei, dopo questa emergenza di Covid-19?

«Da questa grande difficoltà, dobbiamo saper cogliere anche delle opportunità. Il calcio ha la possibilità di rinnovarsi trovando uno spirito più solidale. Il Coronavirus sarà sconfitto dalla scienza e dalla medicina, noi possiamo far leva sulla solidarietà tra tutti i protagonisti per impostare nuovi rapporti e, perché no, condividere anche nuove strategie».

Il ct Mancini ha auspicato una amichevole fra le Nazionali maschile e femminile e quelle di medici e infermieri a fine emergenza. Che ne pensa?

«È una bella proposta, come Figc stiamo finalizzando diverse iniziative per ringraziare tutta la “Nazionale dell’emergenza” che è composta dal personale sanitario e da tutti gli operatori dei servizi essenziali operativi in questo periodo drammatico. Ne verremo fuori e sarà bellissimo tornare ad abbracciarci, anche negli stadi».













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