il personaggio

Marvin Vettori si racconta a Radio Deejay: “Fighter perché stregato dai video in tv”. Quella “boza de vin” evocata dal ring per salutare gli amici di Mezzocorona

Il campione Mma intervistato da Linus e Nicola Savino a Deejay Chiama Italia

LA FOTOGALLERIA: Gli scatti durante i combattimenti

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di Luca Marognoli


MILANO. Il saluto in anglo-trentino con appuntamento a bere una “boza de vin” con gli amici di Mezzocorona, lanciato ai suoi sostenitori direttamente dal ring di Las Vegas, è stato mandato in onda stamane su Radio Deejay durante un’intervista esclusiva a Marvin Vettori, campione di MMA, il movimento delle arti marziali miste.

Marvin Vettori nella gabbia targata Ufc

Las Vegas, magica notte, il 30 dicembre 2017 per il grande campione di Mezzocorona. Attesissima la sfida con il russo Omari Akhmedov detto "Wolverine", ex peso welter con un record di 17 vittorie e 4 sconfitte.

Lo chiamano “The italian dream” e Marvin ha spiegato il motivo: “Volevo dare il senso di chi è partito da zero”. Il lottatore abita tra Los Angeles e San Diego, zona “piena di traffico”, ha detto Vettori chiacchierando con Linus e Nicola Savino, che lo hanno stimolato con molte domande e curiosità durante il programma Deejay Chiama Italia. La disciplina dell’Mma è più famosa in America che in Italia e ha il suo centro pulsante a Las Vegas. “Ci sono arrivato per la passione che avevo da piccolo: mi sono sempre piaciuti gli sport di combattimento e di contatto e da ragazzino capitava anche per strada di non tirarmi in dietro in qualche situazione particolare. Ma sono rimasto stregato guardando i video a 14-15 anni. Per un periodo mia mamma si metteva le mani nei capelli...”.

Marvin non è un nome trentino, gli è stato fatto presente: è stata proprio la madre a sceglierlo “perché quando l’ha sentito gli è piaciuto un sacco”, ha spiegato il “fighter”, che ha raccontato di avere due fratelli e una sorellina e un papà che faceva yoseikan budo e lo portava in palestra fin da piccolo.

Uno sport particolarmente violento, l’Mma, dove però c’è anche una parte di teatralità: “Ci si può colpire in qualsiasi parte del colpo con protezioni solo per denti e “parti basse”. Il rispetto fra lottatori? C’è, però questa è una disciplina dove le cose talvolta diventano più reali di quanto sembra”. Le “sceneggiate” prima del match fanno parte del gioco. “Se qualcuno mi ha fatto arrabbiare? Durante il match non c’è tempo: bisogna stare concentrati”. I colpi più dolorosi? “Al fegato. L’arte del combattimento è l’arte del paradosso: se sei stanco devi farti vedere pieno di energia”.

Il fiatone è una caratteristica tipica dei lottatori sul ring: “Sì, il cardio è importantissimo. In estate ho fatto lo Stelvio in un’ora e 50 senza mettere giù i piedi dalla bici”, ha detto Marvin.

La notte prima del match? “Non dormi mai: hai sempre paura di non entrare nel peso”.

Le conseguenze fisiche non mancano: “Gli infortuni a ginocchia e spalle sono i più brutti”, ha spiegato Vettori. “Ma dopo l’ultimo incontro mi facevano male le braccia perché ho bloccato tanti calci”.













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