«La pizza tutti assieme sì in campo 6 contro 6 no»
SuperLega. Intervenuto a Radio Dolomiti, il d.g. dell’Itas Trentino Bruno Da Re sottolinea le contraddizioni vissute dalla pallavolo: «Speriamo nel pubblico, almeno contingentato»
Trento. In campo con protocolli simili a quelli del calcio, sugli spalti per ora nessuno, ma si spera in un gruppo di spettatori contingentati. Il possibile scenario per la ripresa della pallavolo il prossimo settembre disegnato dal d.g. dell’Itas Trentino Bruno Da Re non è quello che molti tifosi si aspettavano, ma è aderente ai protocolli attuali stilati dal governo. Intervenuto a Radio Dolomiti Da Re ha risposto alle domande di un tifoso riguardo alla possibilità di giocare a porte chiuse.
Date da confermare
«Innanzitutto speriamo che vengano confermate le date del 13 e del 20 settembre – precisa il general manager – perché non si sa mai. Se tutto andrà bene con le semifinali della Superxoppa dovremmo ricominciare a vedere un pallone volare sopra la rete. Sarà una cosa entusiasmante e allo stesso tempo commovente perché è dal 9 marzo che non si gioca più. Ci sarà il pubblico? Vedremo. Per ora le decisioni governative non consentono agli spettatori di assistere agli eventi indoor. Mi pare strano, però, che – visti i comportamenti tenuti oggi dalla cittadinanza – non si possa pensare a settembre di aver pubblico nel palazzetto. Allo stesso tempo pensare di avere un palazzetto completamente pieno è impossibile, ci auguriamo quindi una presenza delimitata, contingentata e programmata da parte del pubblico. Fa parte di un regolamento che presenta qualche controsenso, basti pensare che oggi Giannelli e compagni possono andare a pranzo tutti assieme in un ristorante, ma non possono fare un allenamento 6 contro 6, a meno che non lo facciano indossando le mascherine. Cosa che è impossibile».
Protocolli troppo costosi
Regole alle quali però ci si deve adattare per consentire un costante miglioramento delle condizioni e il progressivo allentamento delle restrizioni. Anche quelle cui saranno sottoposti i pallavolisti per poter scendere in campo sia sul territorio nazionale che su quello europeo: «I controsensi sono molti – prosegue Da Re – li vediamo tutti i giorni nella vita quotidiana e anche la pallavolo e lo sport ne è coinvolto. Al giorno d'oggi ancora non si potrebbero disputare incontri, tanto che le serie minori non fanno attività, e quando lo si potrà fare le regole prevedono dei protocolli molto pesanti. Se si giocasse domani dovremmo applicare dei protocolli del tutto simili a quelli del calcio, quindi molto costosi, che prevedono 7 tamponi mensili per ogni componente della squadra. Noi giocheremo il 13 e rispetteremo i protocolli odierni, speriamo le cose possano cambiare in meglio. Intanto vediamo come si comporterà la Federazione europea per quanto riguarda i campionati Under 20 in Repubblica Ceca e quelli Under 18 in Puglia».
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