La nuova Aquila di Nicola Brienza 

Basket Serie A. L’allenatore della Dolomiti Energia Trentino si presenta: «Contatto già alla fine della regular season. L’eredità di Buscaglia? Lui  è la storia di Trento, lo ammiro. Ma adesso andiamo avanti». Dopo l’offerta di rinnovo ad Aaron Craft, la società attende una risposta in settimana


Maurizio Di Giangiacomo


Trento. Giovane, ancora più giovane di quanto non lo fosse Maurizio Buscaglia, cinque anni fa, quando esordì nel massimo campionato sulla panchina dell’Aquila Basket, ma con una discreta esperienza ai massimi livelli del basket italiano. Tecnicamente meno “ossessionato” dall’aspetto difensivo del suo illustre predecessore, ma pronto – assieme al general manager Salvatore Trainotti – a muovere i suoi primi passi con i colori della Dolomiti Energia affidando le “chiavi” della squadra a Toto Forray – confermatissimo capitano bianconero – e al “ministro della difesa” Aaron Craft, se il playmaker dell’Ohio accetterà l’offerta fattagli dalla società di piazzetta Lunelli (la risposta è attesa entro questa settimana). Ma, soprattutto, intenzionato a valorizzare i giocatori che la società gli metterà a disposizione, aspetto nel quale lo stesso Buscaglia non aveva propriamente brillato, specie nelle ultime stagioni.

Le parole di Longhi e Trainotti

L’“era Brienza” è iniziata ieri alle 12. Puntualissimo, il 39enne canturino si è presentato ai media trentini, affiancato dal presidente Luigi Longhi («è un grande piacere che Nicola abbia scelto Trento, qui può raccogliere grandi successi, a Cantù è ritenuto un grande allenatore, credo abbia già capito cosa vuol dire allenare a Trento: si volta pagina, ma si continua con il nostro stile») e Salvatore Trainotti («abbiamo scelto un allenatore con il quale iniziare un percorso nuovo, conoscevamo le sue caratteristiche, ha già fatto scelte non tradizionali come quella di allenare in Svizzera, mettendosi in gioco, non ha una lunga esperienza come capo allenatore ma ha grande esperienza ad alto livello, la sua Cantù giocava con ferocia, pensiamo sappia sposare la nostra filosofia»).

Contatto in regular season

Brienza non ha nascosto un po’ d’emozione. «Sono contentissimo, emozionato, l’Aquila mi ha dato questa possibilità, è una società che ha fatto parlare molto di sé negli ultimi anni – ha esordito il nuovo allenatore – per quello che ha fatto in campo e fuori dal campo. Per me è un punto d’arrivo importante, avremo un programma di lavoro ambizioso e duraturo (Brienza ha firmato un contratto biennale, come i suoi assistenti Lele Molin e Davide Dusmet, ndr). Non vedo l’ora d’iniziare a costruire la squadra con Salvatore (Trainotti) e lo staff».

Brienza sembra un ragazzo sincero, anche troppo: rispondendo ad una domanda, ha rivelato che il primo contatto con l’Aquila Basket è avvenuto ancora nel corso della regular season. «Trento stava ancora giocando, abbiamo atteso la fine della corsa ai playoff e la risoluzione del contratto che legava la società a Maurizio Buscaglia».

L’eredità di Buscaglia

Già, Buscaglia. Quella del 50enne perugino è una un’eredità pesantissima. «Coach Buscaglia è la storia di Trento, per la città e per l’aspetto sportivo, da parte mia c’è grande ammirazione per quello che ha fatto, ma proveremo ad andare avanti. Chiunque al mio posto si troverebbe a fare i conti con un’istituzione, ma non credo sia giusto fare raffronti».

Il basket di Brienza

Ma che basket giocano, le squadre di Nicola Brienza? «Io vedo la pallacanestro in una maniera abbastanza semplice – spiega il 39enne canturino, sposato e papà di due bimbe di 4 e 2 anni, che rimarranno a Milano con la mamma – Dipende tutto dalla squadra che ho a disposizione, io cerco di valorizzare le qualità individuali dei giocatori, quelle umane e quelle tecniche. Dopo aver messo assieme la squadra, costruiremo il sistema offensivo ed il sistema difensivo più congeniale ai giocatori. Nella mia scuola professionale ho lavorato con grandi allenatori, ho imparato l’importanza di concetti quali condividere il pallone, rendere tutti i giocatori responsabili, muovere la palla, ribaltare il lato». E la difesa, appunto ossessione di Buscaglia? «Tutte le squadre devono saper gestire le diverse situazioni rispetto all’avversario, ma non mi piace parlare di regole difensive - puntualizza Brienza –. La mia squadra deve saper cambiare, ma tutto dipende sempre dalle caratteristiche dei giocatori: a Cantù avevo Davon Jefferson, non potevo certo chiedergli quello che avrei chiesto a Dustin Hogue».

Ieri pomeriggio Brienza ha iniziato a “costruire” la Dolomiti Energia che verrà: buon lavoro al nuovo coach.

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