Giro d’Italia ad Anterselva e San Martino di Castrozza
Alto Adige e Trentino nel gran finale dell’edizione 102: arrivi di tappa nella “patria” del biathlon e in Primiero, preceduti da una partenza dalla Val di Sole
Ci sono l’Alto Adige ed il Trentino nel “gran finale” del Giro d’Italia 2019, che scatterà da Bologna l’11 maggio per concludersi a Verona il 2 giugno. Parliamo delle tappe di giovedì 30 maggio con arrivo ad Anterselva, patria italiana del biathlon che nel 2020 tornerà ad ospitare il campionato mondiale della disciplina, e di venerdì 31 maggio con arrivo a San Martino di Castrozza. Trattandosi d’indiscrezioni, non siamo in grado di fornirvi tanti altri dettagli. Il condizionale è d’obbligo almeno per Anterselva: dopo l’iniziale entusiasmo, agli organizzatori sarebbero sorti dubbi legati proprio alla gravità dell’impegno che li attende per l’allestimento della rassegna iridata di biathlon (alternative Plan de Corones e Val Gardena). Pare certo, comunque, che la tappa con arrivo in Primiero parta da una località altoatesina (la stessa Anterselva o un centro limitrofo) e sia davvero di montagna; e ancora che il Trentino – nei giorni precedenti – ospiterà in Val di Sole una partenza (successiva ad un arrivo nella vicina Lombardia). A forti tinte trentine anche la penultima tappa, la Feltre-Feltre di sabato 1° giugno: sempre se le indiscrezioni di queste ore venissero confermate, le ultime salite del Giro d’Italia sarebbero quelle di Cima Campo, Passo Manghen, Passo Rolle e Croce d’Aune, a ricalcare il percorso della Sportful Dolomiti Race.
Quello di Anterselva sarebbe un arrivo inedito per il Giro d’Italia, più e più volte ospite degli altri centri della Val Pusteria. San Martino di Castrozza verrebbe eletta viceversa per la terza volta a sede di arrivo della Corsa Rosa, dopo le tappe del 1982 (nel secondo Giro di Bernard Hinault, successo dello spagnolo Vicente Belda) e del 2009, quando a imporsi fu l’abruzzese Danilo Di Luca, poi privato dal successo in seguito alla sua prima squalifica per doping; la tappa andò a Stefano Garzelli, il Giro al russo Dennis Menchov.
Contrariamente a quanto era parso in un primo momento, quando più di una voce pareva collocare la “Grande Partenza” a Matera – nel 2019 capitale europea della cultura –, l’edizione numero 102 della Corsa Rosa scatterà l’11 maggio da Bologna e comincerà subito in salita, con una cronoscalata di 5 chilometri al colle di San Luca che promette di lasciare subito il segno sulla classifica generale. Altre due gli arrivi in programma in Emilia Romagna, nei giorni successivi: la seconda tappa, il 12 maggio, partirà da Vinci, città natale di Leonardo, in Toscana, per arrivare a Ravenna. Il 13 maggio partenza dalla stessa Ravenna e arrivo a Modena, spiccatamente per velocisti. E in Romagna il Giro 2019 parrebbe destinato a tornare, per una seconda prova a cronometro, di una trentina di chilometri, da Riccione a San Marino. Prima, la Corsa Rosa farà tappa in Toscana, Lazio, Campania, Abruzzo (probabilmente con una tappa a l’Aquila, a 10 anni dal terremoto) e Marche. Gli indizi sul resto del Giro – prima del già citato gran finale tra Alto Adige, Trentino e Veneto – parlano di una Cuneo-Pinerolo a rievocare l’impresa compiuta da Fausto Coppi nel 1949 e, forse, un arrivo alle Tre Cime di Lavaredo, che nel 2013 decretarono – sotto una fitta nevicata – il primo successo in rosa di Vincenzo Nibali.
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