Gibo non vince per lentezza A Zanoni la gara “al contrario” 

La curiosità. La maglia nera ha sconfitto la maglia rosa, in una competizione ironica in cui contava andare piano Il ciclista trentino ora lancia la sfida a Francesco Moser: «Il prossimo anno vediamo se lui riuscirà ad andare più lento»


Luca Franchini


Ferrara. Per chi è abituato a correre, e ad essere il più veloci di tutti, riuscire a rallentare è una sfida completamente inedita.

E così Bruno Zanoni batte Gilberto Simoni. La maglia nera batte la maglia rosa. La sfida non si è svolta sul Mortirolo o sullo Zoncolan, ma sulla pista del velodromo di Ferrara, nell’ambito del Festival del Ciclismo Lento.

A vincere non è stato chi ha tagliato per primo il traguardo, ma chi ha percorso meno strada.

Un testa a testa “in lentezza”, contro il tempo, con in palio il record dell’ora al contrario.

Al termine degli interminabili 60 minuti di gara, un solo metro ha separato i due: Zanoni, maglia nera al Giro d’Italia 1979, ha coperto 1070 metri.

Simoni, due volte vincitore della corsa rosa, ne ha percorsi 1071, entrambi sotto il precedente primato, che appartenenva a Giambattista Baronchelli (1313 metri).

«Ha vinto l’esperienza» ha commentato il campione di Palù di Giovo, sposando l’ironica filosofia dell’evento.

«Per la prima volta in vita mia - ha aggiunto poi - mi sono sentito incitare con un “vai piano”. E andar piano non fa per me».

E come dare torto a uno dei più grandi interpreti italiani delle corse a tappe, vincitore di due edizioni del Giro d’Italia (nel 2001 e nel 2003), con 17 stagioni da professionista, 15 partecipazioni alla corsa rosa, 5 al Tour de France e le altrettante alla Vuelta di Spagna. Un campione vero, ma della velocità.

«In carriera ha coperto 700mila chilometri, qui appena uno, ma quanta fatica - ha aggiunto Simoni – Non si può dire che questa sfida sia stata dura, ma è stata terribile, quello sì. Mi sono divertito, ma andare piano non è così facile come sembra».

Soprattutto per uno abituato a vincere.

Dopo un primo giro di pista servito per affinare la tecnica, “Gibo” ha recuperato terreno, riuscendo a trovare un ritmo più lento dell’avversario, che è però riuscito a far valere e a onorare la maglia nera conquistata al Giro d’ Italia quarant’anni fa.

A vincere, alla fine della curiosa disfida e per un solo metro, è stato il più esperto dei due nella pedalata in lentezza.

«È da giugno che mi preparo - ha commentato Zanoni – Una rivincita della maglia nera sulla maglia rosa? Assolutamente no. Ho fatto una vita da gregario, ma con orgoglio. E tra i miei capitani c’è stato anche Baronchelli».

A cui Zanoni, voglia di riscatto e rivincita o meno, ha soffiato l’ambito primato del record dell’ora al contrario.

Durante i 60 minuti della sfida, Simoni ha avuto modo di raccontare al microfono alcuni momenti che ne hanno caratterizzato la carriera.

A partire ovviamente dalle sue radici in val di Cembra, passando poi ai primi successi fra gli allievi e arrivando ai Giri d’Italia e al Tour de France,

«Ho iniziato a gareggiare all’età di quattordici anni, ma tengo a ricordare che la mia prima coppa l’ho vinta cantando, a una festa paesana» ha raccontato Simoni, che poi ha lanciato il guanto di sfida al compaesano Francesco Moser.

«È stato proprio il record dell’ora di Francesco a farmi avvicinare al ciclismo – ha concluso “Gibo” - Sarei curioso di vedere se, oltre ad andare forte, riesce anche ad andare piano. Gli lancio la sfida per il prossimo anno».













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