Djokovic positivo e nella bufera per il focolaio al suo torneo

Roma. Sembra quasi uno scherzo del destino, anche perché più volte aveva minimizzato effetti e portata della pandemia, arrivando a dire che non avrebbe nemmeno fatto il vaccino qualora fosse stato...



Roma. Sembra quasi uno scherzo del destino, anche perché più volte aveva minimizzato effetti e portata della pandemia, arrivando a dire che non avrebbe nemmeno fatto il vaccino qualora fosse stato obbligatorio per viaggiare. Novak Djokovic dovrà quantomeno ricredersi o fare un accurato esame di coscienza, visto che è risultato positivo al Coronavirus. Il tennista serbo è stato sottoposto a esami che hanno riscontrato il contagio al Covid-19. La positività del 33enne fuoriclasse serbo, numero uno del ranking mondiale, è rodiconducibile al focolaio dell’Adria Tour, torneo ad esibizione tra Croazia (Zadar) e Serbia (Belgrado) che avrebbe dovuto concludersi con la finale di domenica ma che è stato cancellato proprio per i sopravvenuti “incidenti di percorso”. Prima di Nole, infatti, erano risultati contagiati al Covid-19 il bulgaro Grigor Dimitrov, il croato Borna Coric e il serbo Viktor Troicki, oltre al preparatore atletico di Djokovic, Marko Paniki, e all’allenatore di Dimitrov, Kristijan Groh. Il torneo di Djokovic era stato da subito criticato per gli assembramenti e le feste in discoteca dei protagonisti, che si erano subito difesi ricordando come le nazioni ospitanti non avessero limitazioni particolari per la lotta alla pandemia di Covid-19. Positive al nuovo Coronavirus anche le mogli di Djokovic e Troicki. Negativi invece altri tre giocatori del mini-circuito, il croato Marin Cilic, il tedesco Alexander Zverev e il russo Andrey Rublev.

«Appena rientrati a Belgrado abbiamo subito fatto il test. Ci siamo sottoposti al test quando sono rientrato a Belgrado. Il mio risultato è positivo, così come quello di Jelena, mentre quello dei nostri figli è negativo - spiega Djokovic in una nota - Tutto ciò che abbiamo fatto lo scorso mese lo abbiamo fatto con le intenzioni più sincere. L’esibizione aveva la finalità di unire e favorire la condivisione di un messaggio di solidarietà e compassione tra i paesi. Il tour è stato pensato per consentire ai tennisti di Sud ed Est Europa di esibirsi ad un livello competitivo, mentre i tornei ufficiali sono bloccati a causa del Covid-19. «Tutto è nato da un’idea filantropica, per devolvere i proventi alle persone che hanno bisogno e vedere la risposta di tutti mi ha scaldato il cuore. Abbiamo organizzato il torneo quando il virus si era indebolito, credendo che ci fossero le condizioni per ospitarlo - prosegue Nole - Sfortunatamente il virus è ancora presente ed è una realtà con cui dobbiamo imparare a convivere. Spero che il tempo possa alleviare il problema in modo che si possa tornare a vivere come prima. Sono estremamente dispiaciuto per ogni contagio. Spero che non peggiorerà le condizioni di salute di nessuno e che tutto vada per il meglio. Rimarrò in isolamento per 14 giorni e ripeterò il test tra 5 giorni».

Nella speranza, ovviamente, che tutto vada per il verso giusto.















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