La morte di Maradona 

«Caduto sbattendo la testa»

Buenos aires. Non accenna a placarsi la commozione per la morte improvvisa di Diego Maradona. Ma i titoli dei media non si alimentano solo del dolore, ma anche e soprattutto dei risvolti giudiziari,...



Buenos aires. Non accenna a placarsi la commozione per la morte improvvisa di Diego Maradona. Ma i titoli dei media non si alimentano solo del dolore, ma anche e soprattutto dei risvolti giudiziari, delle polemiche e delle tensioni che il decesso inatteso di un simile difficile ed imprevedibile personaggio non può mancare di provocare. Giudici, pm, avvocati e agenti di polizia lavorano a Buenos Aires su un dossier difficile, complesso, che ipotizza il reato di “omicidio colposo”. Per ora l’unico personaggio che è rimasto impigliato nella rete giudiziaria è il medico del Pibe de oro, Leopoldo Luque, che come indagato ha subito la perquisizione della casa e della clinica. Il medico ha cercato di farsi interrogare dai pm di San Isidro per chiarire il suo ruolo e le sue responsabilità nell’assistenza a Maradona, ma senza successo. Uscendo dal tribunale il suo avvocato, Mara Carla Digiuni, ha parlato di «un gesto spontaneo» del suo assistito, chiarendo che Luque «non è imputato né ha rilasciato una dichiarazione».

Vista l’ampia cerchia di conoscenze e di “amicizie” di Maradona, molti personaggi sono in fila per agitare ulteriormente le acque. Ieri è stata la volta dell’avvocato Rodolfo Baqué, che difende gli interessi dell’infermiera Dahiana Madrid. Ha rivelato che due mercoledì fa Diego è caduto sbattendo la testa sul lato destro, opposto a quello dove era stato operato. «È arrivato ad avere 115 pulsazioni al minuto, ed il giorno prima di morire ne aveva 109, quando è noto che un paziente con problemi coronarici non può superare le 80 pulsazioni. Poteva essere ricoverato nella clinica più lussuosa del mondo, ma è stato tenuto in un luogo inadatto».















Scuola & Ricerca

In primo piano