il lutto

Basket, addio ad Adriana Giovannini

Aveva 93 anni, giocò in Serie A con la Rari Nantes e indossò la maglia della Nazionale, unica trentina con l’amica Fumai


di Paolo Tagliente


TRENTO. Proprio mentre la Trento sportiva ancora festeggia l’impresa dell’Aquila Basket, che sfiorando lo scudetto è entrata nella storia, il movimento cestistico trentino piange la scomparsa di un pezzo importante della sua storia. Ieri mattina, in una casa di riposo sulla collina del capoluogo, s’è spenta a 93 anni Adriana Giovannini, ex giocatrice della sezione pallacanestro (il regime fascista vietava tassativamente i vocaboli anglofoni come “basket”) della Rari Nantes Trento, società sportiva fondata nel 1930 da Guido Manazzon, cui è dedicato l’impianto sportivo con le piscine in via Fogazzaro, che nel lontano giugno del 1943 chiuse il campionato di serie A femminile al terzo posto.

Un terzo posto che, per gli inspiegabili capricci della storia, era arrivato proprio dietro la Reyer Venezia, la stessa società che quest’anno s’è cucita il tricolore sulla maglia al termine di sei tiratissime partite con i bianconeri trentini della Dolomiti Energia. Adriana era parte di quello che in quegli anni veniva chiamato il “Cinquebello” – insieme a lei c’erano Adriana Fumai, Lidia Aor, Clelia Giovannini e Maria Broilo –, un quintetto di splendide giocatrici trentine, allenate dal grande Cafiero Perrella (allora militare di stanza a Trento) che disputavano le partite casalinghe sul campetto in terra battuta antistante la tribuna dello stadio Briamasco.

Campetto che, ovviamente, alla prima pioggia si trasformava in una sorta di acquitrino. Eppure, in quei difficili anni – con la guerra in corso e l’8 settembre alle porte – a tifare per il “Cinquebello”, salito in soli due anni dalla serie C alla serie A, c’erano fino a 1.200 trentini. E il tifo di allora, come ricorda Roberto Moggio, 92 anni splendidamente portati, decano del giornalismo, tra i quattro fondatori della Marcialonga e amico di Adriana fin dalla gioventù, non aveva nulla da invidiare a quello odierno. Anzi. «Ricordo che perdemmo una partita a tavolino contro il Guf Napoli – racconta Moggio, rimasto vicino fino all’ultimo all’amica Adriana – perché nel corso della partita un tifoso ruppe l’ombrello in testa a uno degli arbitri».

Ma Adriana non fu solo giocatrice di pallacanestro in Serie A: insieme alla compagna di squadra Renata Fumai sono le uniche due cestiste trentina che hanno vestito la maglia della Nazionale italiana. Sportiva di grandissimo talento, Adriana Giovannini fu anche primatista regionale nel salto in alto e nel salto in lungo. Tutto questo negli anni terribili della guerra, dei bombardamenti e dei lutti che non risparmiarono né Trento né il Trentino. La passione per lo sport non l’aveva mai abbandonata, ma a livello professionale, negli anni successivi, aveva preso un’altra strada e nella vita era stata funzionaria della Edison, la società che poi si sarebbe chiamata Enel. Da tre anni era ricoverata presso la residenza sanitaria in cui s’è spenta ieri mattina.













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