«È ora di vincere una Classica, basta secondi posti»
Il ciclista borghigiano. Il 30enne ha smaltito la delusione d’argento del Mondiale di Harrogate e punta anche all’Europeo 2020 di Trento «Ho già dato un’occhiata al percorso, mi sembra che sia fattibile»
La delusione d’argento del Mondiale di Harrogate è smaltita. Rabbia da tradurre in forza e consapevolezza in vista di un 2020 da vivere con una nuova maglia, quella della CCC, e con nuovi stimoli, su tutti quelli offerti da un campionato europeo, da correre – e da provare a vincere – sulle strade di casa.
Nel weekend appena trascorso Matteo Trentin ha raccolto l’abbraccio dei propri tifosi, in occasione della festa organizzata dal suo fans club, alla presenza anche del vincitore del Giro delle Fiandre Alberto Bettiol, del due volte vincitore del Giro d’Italia Gilberto Simoni e del professionista perginese Nicola Conci.
«È stata una bellissima giornata, organizzata alla grande, con tanta gente – racconta Trentin – Mi ha fatto molto piacere vedere Bettiol, così come Nicola Conci e Gilberto Simoni. Mia moglie Claudia ha fatto commuovere tutti con uno splendido video».
Il 2019 sarà un’annata che l’azzurro di Borgo Valsugana difficilmente dimenticherà. Sei vittorie, con la terza affermazione della carriera al Tour de France. Roba per pochi eletti. Costante da inizio a fine stagione: dai successi conquistati alla Vuelta Valenciana e alla Vuelta a Andalucia fino agli acuti al Tour of Britain e al Trofeo Matteotti, a precedere la chiusura con i quattro terzi posti al Tour of Guangxi, in Cina. Nel mezzo, l’agrodolce argento al campionato del mondo.
Trentin, è stato comunque un 2019 da protagonista.
«È stata una bella, bellissima stagione – commenta Trentin – È mancato un dettaglio, che avrebbe rappresentato l’apoteosi. Ma una medaglia d’argento a un campionato del mondo ha comunque un suo valore».
Smaltita la delusione, è riuscito a dare un senso compiuto a quell’argento.
«È passato più di un mese e la vita va avanti – aggiunge Matteo - Di un Mondiale ci si ricorda il vincitore, ma per me quella medaglia un valore ce l’ha. Ho lottato per la vittoria fino alla fine. Era il mio grande obiettivo e mi sono giocato qualcosa di grande. Probabilmente ero tra i pochi che ci credevano veramente e ho dimostrato quello che so fare. Vincere avrebbe cambiato molte cose, ma anche questo è lo sport».
Oltre all’argento, cosa le ha lasciato l’esperienza iridata di Harrogate?
«Consapevolezza, rabbia da tradurre in forza e determinazione per il prossimo futuro».
È il momento di un periodo di stacco, ma niente viaggi all’estero o spiagge per leri, vero?
«Solo due settimane senza bici, poi pian piano riprenderò ad allenarmi – spiega il borghigiano, che in dicembre sosterrà il primo ritiro con la CCC, in Spagna -Mi rilasserò con mia moglie e i miei figli. Sarebbe bello andare in vacanza, ma la stagione è stata talmente lunga che ora me ne sto volentieri a casa. Non ho voglia di affrontare trasferte extra».
Il 2020 sarà un’altra annata importante, da vivere con una nuova squadra e con un campionato europeo da correre in Trentino.
«L’Europeo in casa è un bello stimolo. Ora mi studierò il percorso con calma. Gli ho dato un’occhiata e mi sembra sia fattibile».
Prima ci saranno le classiche del Nord, in cerca di un acuto che ancora le manca, e una grande corsa a tappe. Quale?
«Il mio calendario rispecchierà a grandi linee quello del 2019 – conclude Matteo – Gli obiettivi sono sempre gli stessi. Rimane solo da decidere se parteciperò al Giro d’Italia o al Tour de France. Nelle Classiche voglio provare a lasciare il segno, almeno a salire sul podio. Vincere, però, sarebbe meglio: la sensazione di arrivare secondo in un grande appuntamento l’ho già provata al Mondiale».
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