Kosovo: inviati Ue-Usa con Vucic, subito de-escalation al nord Importante ritornare rapidamente al dialogo Belgrado-Pristina



BELGRADO - L'importanza di una rapida de-escalation delle tensioni nel nord del Kosovo e il ritorno al dialogo, necessario al proseguimento del percorso di integrazione europea e per la stabilità regionale, è stata sottolineata nell'incontro che il presidente serbo Aleksandar Vucic ha avuto in serata a Belgrado con gli inviati di Ue e Usa, Miroslav Lajcak e Gabriel Escobar. In un comunicato diffuso dalla presidenza serba si afferma che nella riunione si è parlato dell'attuale situazione nel nord del Kosovo, dei modi per allentare le tensioni sul terreno, dell'attuazione degli accordi raggiunti finora (da Belgrado e Pristina, ndr) e della possibilità di progredire nel dialogo che si tiene con la mediazione della Ue. "Il presidente Vucic ha ribadito la piena dedizione della Serbia al processo di dialogo con Pristina, per raggiungere soluzioni di compromesso e sostenibili a vantaggio di una vita migliore e di migliori rapporti tra serbi e albanesi, e come richiesta principale ha sottolineato la sicurezza del popolo serbo in Kosovo", si legge nel comunicato. Il presidente ha al tempo stesso ribadito l'importanza della piena attuazione degli accordi già conclusi e firmati a Bruxelles, "in primo luogo la creazione della Comunità delle municipalità serbe, e ha invitato la comunità internazionale a impegnarsi di più con Pristina a questo riguardo". I rappresentanti di Ue e Usa, aggiunge il comunicato della presidenza, "hanno ripetuto la richiesta comune di porre fine con urgenza alle tensioni e alle violenze sul terreno, organizzare nuove elezioni con la partecipazione dei serbi del Kosovo, e tornare al dialogo per la normalizzazione" delle relazioni. All'incontro fra Vucic e i due inviati hanno partecipato il capo della rappresentanza Ue in Serbia Emanuele Giaufret e l'ambasciatore americano a Belgrado Christopher Hill. Lajcak e Escobar sono giunti nel pomeriggio di oggi a Belgrado provenienti da Pristina, dove hanno avuto colloqui con il premier kosovaro Albin Kurti, la presidente Vjosa Osmani, i leader dell'opposizione e con i rappresentanti di Srpska Lista, il maggior partito della comunità serba in Kosovo. Obiettivo della missione disinnescare la nuova crisi nel nord del Kosovo, dove le tensioni interetniche sono tornate a crescere pericolosamente con i serbi locali che da giorni protestano contro l'elezione di nuovi sindaci di etnia albanese in tre dei maggiori Comuni a stragrande maggioranza di popolazione serba.









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