il caso

Cosa ci fanno tre renne “in albergo” sul Cermis? La titolare: «Qui sono accudite e tranquille»

Anna Gilmozzi agli animalisti: «Sono seguite da un pastore e a fine contratto rientreranno al loro allevamento. Le abbiamo volute per i bambini»


di Daniele Peretti


TRENTO. Nella stagione turistica la fanno da padrone i contratti a termine, ma decisamente era impensabile che potessero essere estesi anche a delle renne. Tre per la precisione che animano il "Parco Renne”di  un hotel del Cermis, ma solo fino al 31 agosto e poi quale sarà il loro destino? L’autorizzazione del Commissariato del Governo scade il 15 settembre ed autorizza a scanso di equivoci, la detenzione di una piccola mandria di renne e “specificatamente tre componenti (animali della specie dei cervidi originario delle regioni artiche e subartiche)”. A questo punto la domanda di come si possa ambientare un animale abituato a vivere in situazioni dalle rigide temperature, in questa torrida estate seppur ad alta quota è del tutto lecita.

Abbiamo posto questi quesiti ad Anna Gilmozzi proprietaria dell'Euro Hotel & Sporting Hotels Cermis: “Abbiamo acquistato un pacchetto completo offerto da un allevamento specializzato che prevede anche la presenza di un pastore che le accudisce ed un cane per garantire le migliori condizioni alle renne che a fine contratto rientreranno al loro allevamento. Non solo, ma siccome si vocifera che sul Lagorai possano esserci i lupi, abbiamo costruito un ricovero notturno dove le tre renne possono dormire in tranquillità. Ho tutti i permessi in regola e vorrei chiedere a chi ci critica perché non vanno a verificare le condizioni di altre renne che ci sono in giro, senza nemmeno i permessi”.

Il motivo di questa scelta? “La voglia di far sorridere i bambini senza alcun scopo di lucro. Dopo due anni di Covid, di isolamento e di Dad che in altre regioni è stata cosa ben diversa rispetto al Trentino, mi sono chiesta come potevo aiutare dei bambini molti dei quali nemmeno sanno cosa può essere una festa di compleanno. Ho pensato al Natale e da qui l’idea delle renne. I bambini sorridono e sono contenti ed a me sinceramente basta questo”.

La vostra risposta a chi vi critica anche violentemente? “Per me è gente che non ha nulla da fare e non ha nemmeno il coraggio di venire a parlarmi. Preferiscono nascondersi dietro una tastiera e fare polemica. Affrontiamo un momento molto difficile - le mie spese sono aumentate del 150% e gli aiuti post Covid tanto pubblicizzati, non sono mai arrivati. Stiamo solo lavorando, molti di loro probabilmente no”.

Ma le renne col contratto termine non sono il solo esempio di animali fuori dal loro ambiente naturale, in realtà del tutto diverse. “Che dire del lama che convive con galline e cani in un pollaio al Bosco della Città a Rovereto? Dalle immagini – osserva Ornella Dorigatti dell’Oipa che ha reso noto sia il caso delle renne che del lama - si possono desumere anche le cattive condizioni del povero animale abituato a vivere in quota anche fino ai seimila metri d’altitudine, costretto a sopravvivere nel caldo torrido dell’estate roveretana? Al di là delle autorizzazioni , mi domando perché la Forestale non sia intervenuta a tutela di questi animali, abbiamo già tanti problemi con orsi, lupi e cinghiali ed andiamo a cercarcene ancora di più con animali molto particolari facendoli vivere in condizioni ambientali per nulla idonee”?









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