Covid e studenti

“Un anno sprecato, mi manca andare a scuola”. La lettere di un 14enne trentino a Fugatti

“Ci siamo ritrovati soli, siamo costretti a vivere in un mondo virtuale” scrive Alessio M.



TRENTO. Un "anno sprecato”, “sono stanco di non andare ogni giorno a scuola e di non poter andare a studiare da un amico”. E poi “spero che passi in fretta questo brutto periodo per poter tornare ad una vita normale”

Sono alcune delle frasi che un 14enne ha scritto in una lettera indirizzata al presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Una lettera quella di Alessio M. per descrivere il disagio che vive lui e come lui tantissimi altri adolescenti. Una riflessione che tocca non sono i ragazzi ma anche gli adulti. E ora a maggior ragione con la "zona rossa" che significa scuole chiuse, dai nidi alle superiori. 

"Gentile Presidente Fugatti, Mi chiamo Alessio M., ho 14 anni e frequento il mio primo anno al liceo Galilei, avrei preferito viverlo molto diverso. E’ passato un’anno da quel terribile giorno, la parola lockdown mi torna ancora nella mia mente, mi sento di dire che viviamo ancora nell’incertezza, tanti mesi di didattica a distanza che, ha coinvolto tanti ragazzi. P

osso definire quest’anno appena trascorso un anno sprecato, siamo stati e siamo ancora costretti a vivere in un mondo virtuale, con questa chiusura ho capito quanto sia importante uscire con gli amici, andare fuori e relazionarsi “in presenza”.

All’improvviso ci siamo ritrovati soli a gestire la scuola con la dad e le nostre amicizie a distanza. La scuola la posso definire il luogo dove si apprende e dove si costruiscono relazioni con gli altri al di fuori della famiglia.

All’inizio di quest’anno scolastico ho perso quasi 1 mese di lezioni in presenza per malattia, adesso faccio fatica a concentrarmi, avendo perso molti riferimenti. Mentre lo scorso anno era una novità la dad, un gioco fare lezione da casa e vedere i miei amici al computer, adesso posso dire che non mi piace, sono stanco di non andare tutti i giorni a scuola e non poter andare a studiare a casa di un amico; quest’anno ho cominciato un nuovo percorso scolastico, ho conosciuto nuovi amici e credevo di essere sempre in presenza a scuola, purtroppo non è stato così.

Mi posso però ritenere fortunato che nella mia città si è deciso la didattica al 50%, inoltre la mia dirigente scolastica ha proposto 1 giorno in dad ed 1 giorno a scuola, una scelta giusta (da parte mia). Spero che passi in fretta questo brutto periodo e poter ritornare ad una vita normale, come quella prima del famoso Marzo 2020. Appena finirà tutto mi piacerebbe incontrarla di persona”.













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