Scuola

Rientro dei prof no vax a scuola, scoppia il caso. I presidi: “Li si paga per non lavorare”

Sono circa 4 mila i docenti non vaccinati: potranno tornare negli istituti senza contatto con gli studenti. Giannelli (dirigenti scolastici): “Passa il messaggio che chi non rispetta le regole alla fine l’ha vinta”



ROMA. Polemica sul rientro al lavoro dei prof no vax: possono ora sì accedere agli istituti con il solo tampone, ma senza entrare a contatto con gli studenti. Critiche da presidi, sindacati e alcuni partiti.

La platea è rilevante: circa quattromila i prof non vaccinati, e alcuni sindacati parlano di diecimila persone che hanno scelto di non vaccinarsi nella scuola, comprendendo personale Ata e di segreteria.

I docenti non vaccinati, secondo il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, possono rientrare a scuola ma andranno adibiti ad altre mansioni che non siano l'insegnamento e che non prevedano contatto con gli alunni. "E' molto difficile, a scuola, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi", osserva il presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli. "Gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. C'è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato; gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti", aggiunge il presidente dell'Associazione presidi.

"Tutto questo - aggiunge Giannelli - viene fatto con risorse sottratte al Fondo da dividere tra tutti e che dovrebbe servire ad aumentare lo stipendio dei docenti. Anche il messaggio che passa è che chi non vuole rispettare le regole alla fine l'ha vinta. Sono riusciti a fare proprio un bel capolavoro".













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