Scuola

Nelle scuole trentine arriva la proposta del «merito» ma il sindacato è perplesso

Previsti i ruoli di docente esperto e docente ricercatore. Pietro Di Fiore (Uil): «Si ragiona di meritocrazia quando il contratto è bloccato ancora dal 2019...»


Fabio Peterlongo


TRENTO. «Meritocrazia» per gli insegnanti con un sistema a “step” di carriera. Arriva la proposta dell'assessore Mirko Bisesti, ma i sindacati sono critici: «La priorità va data al contratto collettivo, è scaduto da tre anni».

Si è svolto l’altra settimana l'incontro tra la sovrintendente all'istruzione Viviana Sbardella, la commissione scientifica del Dipartimento per la conoscenza e i sindacati, con il fine d'illustrare l'ipotesi di riforma delle carriere dei docenti voluta dall'assessore Bisesti: l'intenzione espressa dalla giunta è quella di implementare meccanismi meritocratici in grado di premiare i docenti che maggiormente valorizzano la loro professionalità.

Ma la proposta finora elaborata non convince i sindacati, che criticano la mancanza di chiarezza della bozza e richiamano la giunta a dare priorità al rinnovo del contratto dei docenti, scaduto nel 2019.

Ne abbiamo parlato con Pietro Di Fiore, segretario di Uil Scuola Trentino, che ha delineato i punti della proposta presentata ai sindacati: «Il modello in discussione verrebbe applicato ai docenti a tempo indeterminato, per i quali sono previsti alcuni “step” di carriera - ha spiegato Di Fiore -. Il docente può progredire assumendo il profilo di “docente esperto” e questa progressione sarà a disposizione del 30% del personale docente. Un ulteriore 5% può diventare “docente ricercatore” e un altro 5% può specializzarsi nell'organizzazione, magari perché assume incarichi di sostituzione dei presidi o diventa referente d'area».

Di Fiore ha illustrato anche gli obiettivi che si prefigge la giunta: «L'obiettivo dichiarato è la valorizzazione delle carriere attraverso meccanismi che premino il lavoro in aula e che rendano più attrattivo il lavoro di docente. Ma riflettiamo ad esempio sull'introduzione del docente specializzato in organizzazione: se si premiano i docenti che si mettono a fare altre cose, magari impegnandoli in ambito organizzativo, come si può premiare il lavoro in aula?».

Di Fiore sottolinea la mancanza di dettagli della proposta: «Non è chiaro come il docente possa ottenere queste promozioni, hanno parlato di procedure concorsuali, esami, dei curricula, portfoli di lavori, ma la proposta è stata lacunosa». Un altro elemento di criticità che Di Fiore ravvisa è l'irreversibilità delle progressioni di carriera: «La giunta ipotizza passaggi irreversibili ai nuovi “ruoli”, che diventano a vita. Ma magari il docente vuole portare avanti un determinato progetto per un certo periodo e poi tornare al normale insegnamento», sottolinea Di Fiore.

Non risulta chiaro chi avrà la competenza di attribuire i passaggi di carriera: «Per ora non si capisce nemmeno chi deciderà queste promozioni - indica Di Fiore - Non possiamo accettare che questo ruolo ricada sul dirigente scolastico per una questione di opportunità, è meglio che sia il dipartimento o il collegio docenti». Ed è chiaro che ai docenti “promossi” saranno conferiti migliori trattamenti economici, quando per Di Fiore è prioritario che la giunta si impegni sul rinnovo del contratto collettivo, scaduto nel 2019: «È inaccettabile che si parli di “meritocrazia” e di progressioni di carriera quando il contratto è bloccato dal 2019, sembra quasi una provocazione da parte di Fugatti e Bisesti. Qualche obolo per alcuni mentre non si rinnova il contratto, gli insegnanti se ne ricorderanno. Dovere essenziale di un datore di lavoro è garantire l'applicazione del contratto».













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