ALIMENTAZIONE

Mense scolastiche vegetariane anche in Trentino

 È partita la Settimana Green: a Trento e in Rotaliana, giovedì niente carne: ma è giusto? I pro e i contro a confronto


Ilaria Puccini


TRENTO. Lo stile di vita è determinato in gran parte dalle nostre abitudini alimentari. Per questo la «Green Food Week», promossa da Foodinsider e partita ieri in Trentino e nel resto d'Italia, è un invito a riflettere sull'impatto delle nostre scelte sull'ambiente e sul clima, promuovendo nelle mense di ogni tipo - comunali, universitarie, scolastiche e aziendali - un’alimentazione a minor impatto ambientale e più salutare anche per il nostro fisico.

In Trentino hanno aderito le mense del comune di Trento, delle Comunità della Valle dei Laghi, della Comunità della Paganella, della Comunità Rotaliana-Königsberg e il fornitore di servizi Risto3. Ogni giorno saranno proposti almeno un primo e un secondo biologico, vegetale e di provenienza locale, preparati per minimizzarne l’impatto ambientale.

Il culmine della settimana “green”, quest’anno alla sua seconda edizione, sarà giovedì 16, quando sarà servito un menù interamente vegetariano.

La data scelta non è casuale: il 16 febbraio 2005 entrava in vigore il Protocollo di Kyoto, e da allora in Italia si celebra la Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, nata dalla campagna «M’illumino di meno» del programma Caterpillar di Radio2.

Salvaguardare le risorse del pianeta e ridurre la propria “carbon footprint”, l’impronta ecologica, passa per la tavola: secondo la Fao, gli allevamenti di animali per il consumo di carne e pesce sono da soli responsabili del 14,5% delle emissioni di gas serra derivati dalle attività umane. Ciò non significa dover eliminare del tutto la carne dalla propria dieta, sottolineano gli organizzatori della Green Food Week, quanto ripensare alle proprie abitudini e alla frequenza con cui ci siamo abituati a consumarla senza considerare il suo impatto per il pianeta (e i danni per la nostra salute a fronte di un consumo eccessivo).

La sostenibilità, ribattono allevatori trentini, non passa solo dal tipo di alimenti che consumiamo, ma anche dalla loro filiera, dalle condizioni di produzione e lavorazione, da quanto hanno viaggiato per giungere in mercati, supermercati e macellerie e da quanto siamo disposti a investire in qualità, senza dimenticare il ruolo che i produttori locali nell’economia locale.

 













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