istruzione

Educazione familiare a casa: in Trentino seguita da 400 alunni, boom con il Covid

Approvato in commissione il regolamento per la valutazione. L’assessore Bisesti: «La scuola pubblica resta centrale». Scontro sulla petizione di Pro Vita: «Stop all’ideologia gender». Zanella: «Alimenta teorie complottiste»



TRENTO. Via libera all’unanimità della quinta commissione del Consiglio provinciale di Trento alla delibera sul regolamento per la valutazione degli studenti che scelgono l'educazione parentale. Sono 400 gli studenti che seguono questo tipo di educazione, costituita da gruppi di genitori che decidono di educare i figli anziché iscriverli alla scuola pubblica. Nel periodo compreso tra il 2014-15 - è emerso in commissione - erano 40 gli studenti che seguivano l'educazione parentale, in aumento dopo il Covid-19. 

L’assessore all’istruzione Mirko Bisesti ha affermato che «si regolamenta ulteriormente quella che viene definita l’educazione parentale che si è rilevata importante nel periodo Covid, anche se al centro deve rimanere la scuola pubblica». Il dirigente generale del dipartimento istruzione Roberto Ceccato ha detto che «si è evidenziata una forte crescita dell’educazione familiare e quindi la scuola pubblica deve intervenire per valutare la preparazione di questi ragazzi».

La dottoressa Monica Zambotti ha affermato che l’obiettivo è quello di tutelare le competenze dei bambini e delle bambine in coerenza con gli obiettivi della scuola pubblica. Il regolamento perfeziona il sistema di valutazione, tutelando la scelta dell’istituto. C’è, inoltre, anche la possibilità di regolamentare le esperienze delle scuole non equiparate e dei percorsi di quelli che un tempo si chiamavano istitutori».

Sempre in commissione si è discusso oggi della petizione popolare di Pro Vita per la libertà educativa. L’avvocato dell’associazione e referente della raccolta firme, Alessandro Fiore, ha ricordato che la petizione "è partita da un caso che ha riguardato la scuola elementare" e che, in generale, "ha l'obiettivo di arginare la diffusione di quella che viene definita ideologia gender". I messaggi che vengono veicolati, ha detto il legale, «puntano spesso a mettere in luce positiva il cosiddetto gender fluid, l’utero in affitto e la diffusione nelle scuole della pratica di prendere in considerazione gli studenti in base alla loro dichiarazione di appartenenza sessuale al di là di quella biologica. Una pratica che si sta diffondendo e che sta spingendo molti studenti a dichiararsi di sesso diverso da quello biologico. Al punto da arrivare, in molti casi, alla richiesta di un cambio effettivo di sesso». Per Fiore questo fenomeno è stimolato dall’emulazione sociale, che si diffonde anche attraverso i social.

Secondo il consigliere Paolo Zanella (Futura), che ha annunciato ostruzionismo, la proposta di legge «limita la libertà delle persone e va nella direzione di creare divisioni e alimenta le teorie complottiste che alimentano l'odio». Il consigliere della Lega Devid Moranduzzo ha invece condiviso la petizione.

 

 













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