LA PROTESTA

A Trento la grande adunata delle famiglie no-Dad: in centinaia per chiedere il ritorno della scuola in presenza

Intanto su Facebook il comitato spontaneo scuola in presenza ha raggiunto i 6.200 iscritti

LEGGI ANCHE: Il monologo a più voci: “Mamma, vieni a prendermi. L'urlo di disagio di una sedicenne”

GUARDA LE IMMAGINI: Tutti sul prato, in piccoli gruppi: tanti bambini e ragazzi --- Una protesta colorata: ecco i manifesti più belli. Anche i bimbi protagonisti

GUARDA IL VIDEO: L'applauso finale: "Lungo come questi 13 mesi di scuola negati"


di Claudio Libera


TRENTO. Centinaia di persone hanno partecipato questo pomeriggio al parco delle Albere alla manifestazione organizzata dal comitato “Scuola in presenza” che spinge e soprattutto ha spinto “per la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado, in sicurezza, secondo i protocolli vigenti”. Domenica scorsa erano in trecento a Rovereto ed oggi alle Albere erano sicuramente molti di più, nonostante la giornata bigia.

La protesta colorata dei genitori no-Dad a Trento: i manifesti più belli. Anche i bimbi protagonisti

Tantissime famiglie, centinaia di persone alla manifestazione di oggi, 27 marzo, al parco delle Albere. Creatività e molti spunti per riflettere nei cartelli scritti dai partecipanti e dal comitato per la scuola in presenza che ha organizzato la manifestazione. Presenti anche i genitori del presidio del Primiero, protagonisti della mobilitazione delle scorse settimane (foto di Claudio Libera)

Del resto al gruppo Facebook nato dopo la creazione del comitato sono iscritte oltre 6.000 famiglie. “Le scuole sono sicure”, ha sempre affermato Laura Tondini, amministratrice del gruppo Facebook e mamma di due ragazzine che frequentano elementari e medie. La manifestazione è nata spontaneamente grazie all’azione capillare, puntuale quanto efficace del gruppo di genitori, soprattutto mamme, che grazie all’opera di Laura Tondini, si sono ritrovate nella pagina Facebook “Scuola in presenza”, Comitato Trentino.

No Dad in piazza a Trento, la protesta composta delle famiglie: "Non si impara senza relazioni"

Circa 500 persone si sono ritrovate dalle 15 di oggi, 27 marzo, al parco delle Albere. Una protesta statica, per rispettare le norme anti-Covid, con tanti gruppi di persone sedute nel prato (fotoservizio Claudio Libera)

L’appuntamento era al parco delle Albere e la pagina, è stata presa d’assalto da commenti misurati, mirati, corretti, informati ed il gruppo a mezzogiorno di ieri, sfiorava le 6.200 iscrizioni! La manifestazione si è svolta anche se da lunedì 29, le scuole riapriranno nonostante la provincia resti in zona rossa; infatti riapriranno gli asili nido, le scuole materne e quelle elementari. Ma restano a casa quelli delle superiori, la lamentela maggiore!

A leggere i loro proclami, oltre all’ideatrice, sulle note dell’improvvisato dj e speaker Giordano Margoni, la moglie Claudia Fiorentini, educatrice all’Ic Vigolo Battaro, moglie e mamma di tre figli, dalle medie all’università, reduce dalla prima dose di vaccino AstraZeneca che le ha fatto salire la febbre a 38,5, con richiamo programmato al 2 di giugno. Poi Karin Longhini e Serena Moser con Ciro D’Antuono, a preparare gli striscioni, quindi Daniele Margoni 2a UA liceo Rosmini e Riccardo Onestinghel 3a Afmc del Martini di Mezzolombardo, in collegamento il professor Marco Dallaria quindi la lettura a più voci della lettera di Irene Renei donna, mamma, blogger di Donne che pensano, letto da Giorgia, Serena, Ciro, Stella, Laura, Karin, Lorenzo, Claudia, Marcella, Ylenia, Marialuisa. Quindi un lungo applauso, tutti i piedi, lungo quanti sono i mesi trascorsi a casa, tutto dedicato agli studenti reclusi per colpa della Dad.

Protesta no Dad a Trento. L'applauso finale: "Lungo come questi 13 mesi di scuola negati!"

Alla manifestazione di oggi, 27 marzo, tante famiglie con bambini piccoli e adolescenti, ma anche gruppi di studenti. Uniti nel chiedere il ritorno della scuola in presenza per tutti, dal nido alle superiori (video di Claudio Libera)

La ripresa di nidi, materne ed elementari. Saranno 45 mila gli studenti interessati al provvedimento, dagli 0 ai 10 anni, anche se solo per 3 giorni, perché poi scatteranno le vacanze pasquali e su questo punto sono stati in molti, fuori manifestazione, a chiedersi se ne valeva davvero la pena. La decisione è stata del presidente Fugatti assieme alla giunta, che ha analizzato i numeri delle ultime ore di venerdì. A far scattare la decisione il fattore “Rt aumented”. Si tratta di una previsione per le settimane a venire e per il Trentino è in calo. L’Rt sarebbe da zona gialla ha detto Fugatti ed è stabile ma c’è un incidenza di 2,79 in calo rispetto alle settimane precedenti ma superiore al 2,5 e quindi ci sarebbe la conferma della zona rossa per una settimana. E quindi si potrebbe cambiare colore la settimana dopo Pasqua. “Situazione grave ma i dati sono in calo” ha sottolineato Fugatti sia per i decessi che per le terapie intensive. Fugatti ha anche detto che avrebbe voluto aprire anche scuole medie e istituti superiori, "ma questo ci avrebbe fatto discostare troppo rispetto alle linee del governo. Ci auguriamo che Draghi vada presto in questa direzione".

Mobilitazione via social. Scrive sulla loro pagina Fb dedicata Marzia: “Spero che il fatto che da lunedì riaprono nidi, materne ed elementari, non faccia venire meno persone alla manifestazione di domani (il post era stato pubblicato su Fb nella serata di venerdì). E' importante che riaprano tutte le scuole, soprattutto medie e superiori!”

Aggiunge Veronica: “Volevo condividere un fatto di un paio di mesi fa perché potrebbe essere utile. Una delle mie figlie ha avuto la classe in quarantena 10 giorni. Al termine del periodo era uscita la notizia, che per il ritorno sui banchi sarebbe stato meglio fare il tampone ai bimbi, per quanto sempre asintomatici. Siamo stati contattati telefonicamente dal responsabile del distretto dell'organizzazione dei tamponi per prenotarlo. Alla mia domanda se fosse obbligatorio, silenzio imbarazzato. Em beh diciamo che è fortemente raccomandato. Allora abbiamo chiamato la direzione scolastica per chiedere se fosse obbligatorio. La scuola ha risposto non solo che (ovviamente) non lo è, ma che la scuola non può entrare in possesso di questo genere di informazioni, sensibili, per via della privacy. Questo per dire che gli istituti che impongono i tamponi seriati mentono sapendo di mentire. Non facciamoci fregare”.

Scrive Valentina: “Finché ci saranno genitori d’accordo a fare tamponare i propri figli SANI, non so se ne usciremo. Nella mia classe su 20 alunni in 17 sono d’accordo ai tamponi”.

Poi Renata: “Tutta l'estate a progettare di sdoppiare le classi, fare doppi turni, lezioni in palestre, all'aperto ecc. E invece siete capaci solo di chiudere le scuole togliendo il diritto all' istruzione a tutti i bambini ed i ragazzi! Una vergogna!”.

Quindi Eleonora: “Credo che l’organizzazione dei centri estivi sia molto molto difficoltosa in questo momento e che la spesa per aiutare tutte le famiglie a poterne usufruire sarebbe davvero molto alta per la provincia. Qui non si vuole sminuire la scuola o le insegnanti qui si sta cercando di dare un servizio alle famiglie in un momento in cui non è possibile altro. Io devo lavorare, lavoro fino alle 19, non ho nonni che possono aiutarmi e nel dubbio che non mi offrano altri servizi che io possa permettermi che dovrei fare rispondere di no? E come faccio se i centri estivi non aprono, se aprono con pochi posti o costi che non posso permettermi?”.

Le fa eco Jenni: “Anch'io ho tre bimbi, il più grande ha 11 anni, abbiamo pochi aiuti ma a parte questo dopo un anno così dove la mia piccola tra covid e chiusure è mancata quasi due mesi dalla scuola materna mi sento di dire che sarei felicissima se la materna continuasse anche a luglio. Non è mai stata in un centro estivo perché troppo piccola è una bambina timida che fa fatica ad inserirsi in contesti nuovi e io dovrei sentirmi tranquilla mandandola in un centro estivo soprattutto dopo un anno del genere? Assolutamente no!! E mi sono stancata di sentir dire che parcheggiamo i figli, le persone lavorano e senza lavoro non si mangia. Questo non vuol dire non stare dietro ai propri figli perché io ad esempio, lavorando solo al mattino, il pomeriggio ho tutto il tempo per godermi i miei figli. Ma al mattino ho comunque bisogno, e ritengo che continuare a frequentare un ambiente famigliare con bambini che conosce e con la quale oramai si è instaurato un rapporto di amicizia e fiducia sia la soluzione più giusta per la mia piccola. Le scuole estive le conosco perché gli altri miei due figli le hanno frequentate e non sempre ci sono persone qualificate, ma giovani ragazze e ragazzi che fanno del loro meglio ma comunque non si possono chiamare educatori”.

Dice Daniela: “Lunedì riapre asilo e elementare, dobbiamo riportarli tutti, anche medie e superiori! Tutti devono tornare a scuola!”.

Conclude Luca: “Mio figlio torna a scuola. Ma verrò comunque per solidarietà verso chi è privato dei suoi diritti. Dobbiamo smettere di guardare l’orticello e pensare a tutti i ragazzi”.













Scuola & Ricerca

In primo piano