Latte d'asina ai prematuri? Per esperti ancora pochi studi



(ANSA) - ROMA, 16 LUG - Sull'utilità dell'impiego di latte d'asina per integrare l'alimentazione dei bimbi prematuri "non vi sono sufficienti dati scientifici". In attesa di evidenze sufficienti, meglio puntare sulla promozione dell'allattamento al seno e sul potenziamento delle Banche del Latte. A far chiarezza sul disegno di legge sul latte d'asina per i nati pretermine, presentato da Forza Italia, è il presidente della Società Italiana di Neonatologia (Sin), Fabio Mosca, che, "pur non essendo contrario" mette in luce "altre priorità che la politica sanitaria dovrebbe prendere in considerazione". "È indubbio - chiarisce l'esperto - che il latte materno e quello umano donato siano gli alimenti per eccellenza per i neonati prematuri, ma spesso, proprio in considerazione della fragilità e delle patologie di questi bambini, sono necessari integratori per potenziarne gli apporti nutrizionali. Quelli oggi utilizzati sono derivati da latte bovino e non esistono solide evidenze scientifiche che giustifichino un disegno di legge atto a promuovere il latte d'asina come alternativa". Ad oggi, infatti, "è stato pubblicato un unico articolo scientifico al riguardo". In attesa di altri studi, prosegue Mosca, "sarebbe necessario consolidare le misure in grado di facilitare l'allattamento al seno esclusivo, anche quando prematurità e patologie lo rendono più difficile, e rafforzare ulteriormente il patrimonio delle Banche del Latte Umano Donato": "prima alternativa del latte materno della propria mamma", in Italia ve ne sono 38 e "richiederebbero maggiore sostegno". La prematurità comporta, inoltre, per le famiglie, "diversi problemi che le istituzioni dovrebbero affrontare a 360 gradi", includendo anche, conclude Mosca, "agevolazioni nel congedo ed un sistema per il follow up a distanza".(ANSA).   









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