Il caso

Albergatore fa causa alla Cina: «Soldi e clienti persi per colpa dei silenzi sulla pandemia»

Gherardo Manaigo, titolare dell’Hotel de la Poste di Cortina, aveva citato il Ministero della Sanità di Pechino. Ma la Cina risponde invocando la proprià «immunità di sovranità»



CORTINA. Il Ministero della Giustizia della Repubblica popolare cinese risponde agli albergatori di Cortina D'Ampezzo invocando la propria «immunità di sovranità» e respingendo così le richieste di risarcimento per le presunte manchevolezze nel controllo della pandemia da Sars-Cov-2 che tanti danni ha causato all'economia, soprattutto all'economia turistica della montagna, e della Perla delle Dolomiti in particolare.

La causa era stata intentata davanti al Tribunale civile di Belluno contro il dicastero della Sanità di Pechino da parte del titolare cortinese dell'Hotel de la Poste, Gherardo Manaigo. Nell'atto, a firma dell'avvocato barese Marco Vignola, la Srl che gestisce l'albergo ha messo sotto accusa il ritardo nella diffusione di informazioni da parte della Cina sull'epidemia, a causa del quale l'albergo aveva perso gli introiti - con la chiusura forzata e la perdita di lavoro per molti addetti - nonostante avesse già registrato il tutto esaurito in vista anche delle finali di Coppa del mondo di sci alpino, fissate dal 18 al 22 marzo 2020 ma poi annullate nell'emergenza Coronavirus.

Era quindi stato chiesto al Tribunale di Belluno di accertare «le gravi omissioni» del Ministero cinese, che «hanno impedito allo Stato italiano una tempestiva assunzione di provvedimenti da adottare di ordine pubblico e sanitario, che sicuramente avrebbero ridotto al minimo il disagio e le conseguenze negative derivanti dal Covid-19».

Nell'udienza svoltasi davanti alla giudice Chiara Sandini, è giunta tramite il Governo italiano la richiesta cinese di invocare la propria sovranità, e di conseguenza la mancanza di giurisdizione della magistratura italiana.

La “risposta”' era stata inviata al Governo italiano, nell'ambito dei trattati sulla notifica degli atti giudiziari tra i due Paesi, e da Roma trasmessa al Tribunale bellunese. I legali dell'albergatore - che rappresenta anche l'associazione tra 263 albergatori, ristoratori e operatori della provincia - hanno chiesto al giudice di dichiarare la contumacia della controparte e di proseguire così il dibattimento.

Una decisione di questo genere ricalcherebbe, a detta degli avvocati di Manaigo, quella analoga presa dal tribunale di Parma in un giudizio analogo per conto di due società petrolifere. La giudice Sandini ha rinviato la causa al 14 dicembre, per verificare la regolarità della notifica e decidere sulla richiesta degli albergatori cortinesi.













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