il caso

Peschiera, piove e nevica ma il livello del lago non migliora

Gavazzoni della Comunità del Garda: «Bisogna essere muniti della consapevolezza necessaria per dotarsi di nuove regole»


di Daniele Peretti


PESCHIERA. E’ piovuto, ma non abbastanza. E’ nevicato, ma gli effetti non sono immediati e così il livello dell’acqua del lago di Garda stenta a crescere quasi come se la siccità estiva avesse generato una sete insaziabile. Scherzosamente c’è chi dice che conclusa la stagione turistica, ci si sia dimenticati di mettere il tappo per chiudere il deflusso dell’acqua.

In effetti il livello del Garda attualmente è a quota 41 sopra lo zero, ma non è mai riuscito a superare 42. Se il Garda non sale, la colpa è anche delle perturbazioni decisamente inferiori rispetto agli anni passati: negli ultimi 12 mesi del 2022 da gennaio a novembre, sono caduti la metà dei millimetri di media annua. Non solo, ma se non ci saranno precipitazioni inattese, il 2022 sarà l’anno più caldo mai registrato dal 1800.

Dice Filippo Gavazzoni vice presidente della Comunità del Garda: “I livelli odierni sono infatti tra i più bassi registrati in dicembre, molto simili a quelli del 2007 e 2001, nonostante lo scarico dall'Edificio Regolatore (diga) sia stato ridotto, già da metà settembre scorso, ai minimi consentiti.”

Si dice che al tempo non si comanda, però alla politica qualcosa si può dire: “Dall'inizio del mio primo mandato, 2014, mi sono speso per proporre una visione differente dell'uso idrico. Ragionare su come dare valore al risparmio idrico fa e farà la differenza, anche quando supereremo la situazione attuale. Non ci si inventa da un giorno all'altro come risparmiare acqua o come ottimizzarne il consumo. Bisogna lavorare su questo quindi, ovvero risparmiare e trattenere (quando possibile) e bisogna essere muniti della consapevolezza necessaria per dotarsi di nuove regole, al passo con i tempi. Tanti sono gli usi legittimi dell'acqua gardesana e quindi tante sono le esigenze, non sempre allineate, che devono essere necessariamente rispettate. Ogni centimetro di livello del Lago equivale a +/- 3.700.000 mc di acqua. Quel centimetro è come una valuta dal doppio valore, economico e ambientale, destinata sia a crescere esponenzialmente, che ad attrarre molti interessi. Questa convinzione mi ha già portato a proporre, nelle sedi opportune, una revisione delle attuali modalità di regolazione idrica del Garda e delle sue derivazioni. Il Garda ha bisogno di guardare oltre il voto n°55 del 1965, da cui discende, tra accumulo e scarico, l'attuale gestione idrica. Purtroppo nulla di ciò che portò il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici a creare tale “norma” di gestione, espressa con il voto n°55, può essere considerata oggi, nei fatti, ancora valida. Ovviamente non se ne fa una colpa a nessuno...allora i tempi e l'ho spiegato varie volte, proponevano altre sfide, tra l'altro vinte.

Oggi però è evidente che le sfide siano altre. Rivedere ciò che nel 19'65 non fu sufficientemente considerato: ovvero turismo, uso idropotabile e cambiamenti climatici, credo sia un obbligo, oltre che un gesto di responsabilità e lungimiranza politica. Nei fatti comunque siamo già arrivati a superare quella modalità d'uso, soprattutto questa estate. Se non fosse stato così, probabilmente, il livello del Garda avrebbe toccato lo zero idrometrico ad ottobre, invece che fermarsi a +22 centimetri. Se questo non è accaduto è stato merito di un lavoro di coordinamento di vari soggetti, come la Comunità del Garda, AIPO ed i consorzi irrigui mantovani (Mincio e Garda Chiese) in prima linea, che si sono impegnati insieme. Risultato? Tutto ciò che si è riusciti a risparmiare è rimasto nel Lago e da questo volume residuo stiamo cercando di risalire la china. Ecco perché ogni centimetro risparmiato in ogni stagione, in ogni situazione è e sarà una valuta di enorme valore. E' imperativo quindi aggiornare le regole attuali, da cui discendono gli usi che l'acqua può ancora garantire ed è evidente che sia, in un certo senso, l'evoluzione climatica e della società a suggerirlo.”

Il risparmio idrico dovrà essere adottato nel rispetto delle diverse esigenze dei comparti che vivono attorno al Lago di Garda, per primi quello turistico e quello agricolo. Però un diverso utilizzo dell’acqua del Lago è diventato fondamentale per garantire il suo futuro.













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