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Maxicattura di pesci siluro a Peschiera

Numerosi esemplari pescati in un solo giorno. Gavazzoni della Comunità del Garda: «Razza che non si può eradicare ma si deve monitorare. Un’opportunità per i pescatori di professione»


di Daniele Peretti


PESCHIERA. Copiosa pesca di pesce siluro in un solo giorno nel triangolo tracciabile tra Lazise, Sirmione e Peschiera. Nulla di organizzato, ma quando i pescatori escono per catturare determinate specie di pesci come la carpa e la tinca è molto facile la cattura dei pesci siluri dei quali si conoscono ormai anche le zone del lago preferite. Ma quelle nei confronti del pesce siluro e del cormorano sono lotte aperte. Si tratta di predatori molto aggressivi che tendono a primeggiare nei confronti degli animali che li circondano.

Il primo pesce siluro anche se probabilmente il suo arrivo nelle acque del Lago di Garda è antecedente, nel 1988 come risulta consultando il libro “Ittiofauna del Lago di Garda” di Ivano Confortini. Come confermano le foto scattate al momento della cattura, i pesci siluri sono tutti della stessa pezzatura e qui il perché diventa curiosità. “Varie le possibili ipotesi, ma nessuna certa- evidenzia Filippo Gavazzoni vice presidente della Comunità del Garda – una potrebbe essere data dall’aver ritrovato una zona più adatta alla riproduzione che potrebbe essere avvenuta nello stesso periodo e questo spiegherebbe le numerose catture dei giorni scorsi, anche se non è stata la prima volta. La seconda ipotesi è riportata dai pescatori di professione del Basso Sarca che riferiscono che da quando le anguille sono state vietate e la presenza delle alborelle, pesci che mangiavano le uova deposte, è calata drasticamente i fondali bassi sono diventate zone ideali per la frega del Siluro che si può riprodursi in tranquillità. Oppure ci potremmo trovare di fronte ad un imissione volontaria.”

L’unica certezza che l’incremento numerico dei pesci siluri deriva da una serie di fattori che hanno creato una situazione di emergenza. “Lo diciamo senza allarmismo, ma solo con realismo. Il pesce siluro è una razza dominante e tende a predare tutto quello che incontra. La sua eradicazione è impensabile, quindi l’unica possibilità che abbiamo è quella di un monitoraggio finalizzato al contenimento del pesce siluro che ormai si è acclimatato nel Garda. Proprio per questo l’intervento ha bisogno di un coordinamento interregionale."

E’ quest’ottica che da un problema si potrebbe generare un’opportunità a favore dei pescatori di professione che ancora operano sul Garda. A parte le note difficoltà del settore, l’attività nei mesi invernali è praticamente ferma e quindi potrebbero essere utilizzati sia per il contenimento delle specie alloctone che per la manutenzione dell’habitat. “I nostri pescatori –prosegue Gavazzoni –hanno le competenze per poterlo fare; inoltre Veneto, Lombardia e Trentino avrebbero la possibilità di costruire un rapporto di collaborazione sempre più stretto con la pesca e i pescatori stanziando a bilancio una quota annuale da destinare al contenimento e quindi a tutela della biodiversità. Si andrebbe così a creare un reddito per i pescatori nei momenti di sosta della pesca.” Ipotesi interessante, ma per la sua realizzazione sarebbe necessaria anche un’unica associazione di categoria per tutti i pescatori di professione, presenza che agevolerebbe lo svolgimento di tutte le pratiche amministrative.













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