il caso

Le reti fantasma del lago di Garda saranno rimosse con droni subacquei

Costituiscono un serio pericolo per i pescatori. Ipotesi di un registro da compilare con codici identificativi (foto subacquee di Angelo Modina)


di Daniele Peretti


PESCHIERA. Sui fondali del Lago di Garda ci sono delle strane presenze che spesso vanno ad occupare i punti più bui dei fondali. Si tratta delle reti fantasma abbandonate o perse dai pescatori che oltre ad essere dannose per l’ittiofauna gardesana, costituiscono anche un serio pericolo per i pescatori. Pur essendo ormai del tutto inutilizzabili fanno lo stesso il loro lavoro e quindi catturano il pesce che non sempre riesce a liberarsi.

Le reti fantasma non sono certo una novità e negli anni quando sono state in qualche modo avvistate sono state recuperate con un intervento ad alto rischio. E se quelle ad alta profondità possono essere un pericolo solo per i pesci, quelle presenti sui fondali meno profondi possono mettere a repentaglio la sicurezza dei sub.

Commenta Filippo Gavazzoni, assessore del Comune di Peschiera: “Fortunatamente nel Bando Europeo "Life Carpione", che abbiamo candidato e depositato il 4 ottobre scorso, una quota economica importante è stata proprio prevista per la rimozione di queste reti, che saranno raggiunte e rimosse con l'ausilio di ROV (droni) subacquei. Una volta raggiunte quindi, anche a grandi profondità, saranno agganciate e rimosse in sicurezza, ripulendo inoltre il fondale da nylon e altro materiale potenzialmente inquinante. Si è deciso di investire anche in questo intervento perché consideriamo le reti fantasma, soprattutto quando presenti nei letti di frega del Carpione, un grosso problema per la specie anche se, fortunatamente, tra i tanti da affrontare, almeno questo potrebbe risultare quello di più "facile" soluzione. Speriamo che il bando LIFE venga promosso e finanziato… tutte le amministrazioni gardesane lo aspettano. Se così fosse, tra le tante cosa positive che faremo, ci sarà anche la possibilità di fare numerosi video e reportage, che si aggiungeranno a quelli già presenti, proprio sui letti di frega del Carpione, come nel momento della schiusa delle uova, anche a oltre centro metri di profondità, aumentando così la conoscenza di queste zone nascoste che, probabilmente, hanno ancora tanto da raccontare.”

La perdita delle reti è fortuita, ma potrebbe essere in qualche modo controllata approfittando della revisione del Regolamento di Pesca in corso tra la Comunità del Garda e tutte le associazioni dei pescatori, potrebbe essere introdotto l’obbligo della compilazione di un registro dove registrare le reti in possesso con un codice identificativo. In questo oltre a conoscere quante reti sono in possesso di ogni singolo pescatore. Questo permetterebbe la denuncia delle reti perse e la restituzione al legittimo proprietario qualora venissero recuperate. Si eviterebbe così anche l’utilizzo di reti vietate purtroppo utilizzate anche dai pescatori professionisti.

La bonifica delle reti fantasma richiederà anni, ma se il progetto potrà prendere il via il beneficio sarà per tutta la comunità gardesana.













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