Lago di Garda

Lago di Garda, il futuro del coregone è legato alla politica

Nulla può cambiare rispetto al divieto di immissione degli avannotti, perché non è ancora pervenuta una richiesta congiunta da parte delle tre Province gardesane come invece prevede la normativa


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. Verrebbe da dire “povero coregone” se il suo futuro gardesano è destinato a diventare una questione politica. La presa di posizione di Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente è – purtroppo- chiara: nulla può cambiare rispetto al divieto di immissione degli avannotti, perché non è ancora pervenuta una richiesta congiunta da parte delle tre Province gardesane come invece prevede la normativa.
In effetti fino ad oggi a muoversi in modo più attivo è stato il Veneto, seguito dalla Lombardia. L’interesse del Trentino è forse proporzionale al fatto che sul Garda opera un solo pescatore, contro il centinaio delle altre due Province. Se la politica appare divisa, non lo è di certo la Comunità del Garda che però non è un organo
politico che è sempre intervenuta sul tema. Al contrario per il lago di Como e Iseo l’azione politica sarebbe stata compatta, quindi l’istanza presentata esaminata ed approvata. A fissare le modalità è il Decreto Ministeriale dell’aprile 2020 che indica come gli enti territoriali prospicienti ai bacini interessati – nel caso del Garda Lombardia, Veneto e Provincia di Trento – possono chiedere deroga in merito all’introduzione di specie ittiche alloctone, come lo è il coregone.

La procedura prevede una richiesta corredata da uno studio e da una valutazione complessiva dei possibili rischi e benefici ambientali ed ecologici. La mancanza è emersa nella risposta di Vannia Gava nell’ambito del question time, in risposta ad un’interrogazione presentata da Paolo Formentini (Lega). E adesso cosa succederà? La Comunità del Garda ha chiesto alle tre Regioni l’avvio dell’iter di
gestione delle acque del lago di Garda che permetterebbe un maggior controllo sul territorio e più fondi da investire per l’ittiofauna. Di certo nulla potrà succedere prima che venga completata la formazione della nuova giunta delle Provincia di Trento con l’assegnazione delle rispettive competenze assessoriali, a seguire il tempo tecnico
necessario per l’operatività ed intanto il coregone...aspetta.













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