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Garda, i sindaci scrivono al ministro: «Avanti con il depuratore»

I 39 primi cittadini firmano un documento unitario: "Progetto urgente per il lago e prioritario rispetto ad ogni altra opera per il lago"



LAGO DI GARDA. Un documento firmato da tutti e 39 i sindaci della Comunità del Garda (bresciani, veronesi, trentini e mantovani), e intitolato "Pacta sunt servanda", per ribadire l'urgenza di procedere con l'impianto di depurazione del Garda predisposto da Acque Bresciane e, per la parte veronese, da AGS Azienda Gardesana Servizi.

I primi cittadini lo hanno inviato al Ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ai parlamentari gardesani, alle Regioni, ad Ato Brescia e Ato Verona, al Commissario straordinario (il prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà), ad Acque Bresciane e AGS.

Un documento diffuso all’indomani dell’esposto del Presidio 9 agosto, che ha chiesto ai magistrati se si ravvisa il reato di procurato allarme a carico degli amministratori gardesani che da tempo ribadiscono la necessità di dismettere le tubature sublacuali, ritenute ormai a fine vita.

I sindaci ritengono il progetto del depuratore «prioritario rispetto ad ogni altra opera infrastrutturale riguardante la regione benacense, in quanto il pericolo potenziale esiste ed è attuale, anche e soprattutto alla luce della sismicità del territorio. "Il lento ricambio delle acque lacustri (26 anni) – scrivono – impone di non creare situazioni di pericolo di inquinamento, fatto che la presenza della sublacuale principale Maderno-Torri e delle tante altre condotte sublacuali ad essa connesse costituisce».

I sindaci ricordano che, proprio per questo, «i docenti incaricati dal Ministero hanno posto come condizione fondamentale la soppressione delle sublacuali ed escluso il lago come corpo recettore delle acque reflue depurate».

 

 













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