TURISMO

Garda, boom di alloggi turistici. Gli albergatori: «Più controlli»

Dalla tassa di soggiorno ai contratti del personale, Federalberghi Veneto: «Troppi non seguono le regole»


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. Quando la domanda e l’offerta registrano numeri altissimi, è altrettanto elevato il rischio di illeciti. E’ per questo che Federalberghi Garda Veneto sollecita controlli incrociati tra le amministrazioni comunali ed i Comandi Polizia e Guardia di Finanza per portare alla luce il sommerso presente nel settore degli alloggi turistici.

Gli appartamenti e le case in offerta superano quota 4500 e vengono proposti sia sui siti web specializzati che con il passaparola. Ma non sempre tutto è regolare tant’è che si stima in centinaia di migliaia di euro il mancato incasso da parte degli Enti locali per il mancato pagamento dell’imposta di soggiorno. Se tutto fosse registrato, verrebbero ricalcolate anche Tari e Imu e forse anche alcuni dei numerosi blackout della recente stagione estiva, potrebbero essere stati causati da un sovraccarico non programmato.

La fondazione Think Tank Nord Est ha stimato in un +33,7% il gettito derivato dalla tassa di soggiorno per Garda Veneto e entroterra rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un incremento che dipende in massima parte dal ritorno alla normalità dei flussi turistici. «Il buon andamento delle cose però – si legge in una nota di Federalberghi Garda Veneto – dovrebbe spingere in maniera ancor più decisa ad attivare operazioni di controllo su coloro che offrono servizi di pernottamento senza seguire le regole. Anche perché la mancata comunicazione delle presenze alla Questura crea oggettivi problemi di gestione del territorio. Avere un’idea puntuale di chi è presente e in quali quantità è di interesse non solo per il nostro settore, ma in particolare per chi lo deve amministrare. Non avere numeri precisi in questo senso genera difficoltà amministrative, ma anche di promozione di una destinazione. A tutto ciò si aggiunga che questo tipo di attività “fuorilegge” spesso sono sostenute dal lavoro di personale senza un regolare contratto di lavoro. In contemporanea, la difficoltà per i nostri collaboratori di trovare un alloggio – sia stagionale che annuale – e soprattutto di trovarlo a un prezzo accessibile”.

"Questo – continuano gli albergatori - crea modelli urbanistici, residenziali e di comunità non più sostenibili (come già sta accadendo a Verona). L’autorizzazione ad accogliere turisti in contesti atipici come le case private o le aziende agricole – sottolinea ancora il Presidente De Beni– era in origine motivata con l’esigenza di integrare il reddito di soggetti economicamente deboli e comunque accessoria rispetto all’attività principale. A causa della mancanza di una chiara regolamentazione però, il fenomeno è proliferato in modo indiscriminato, allontanandosi dall’originario principio ispiratore e dando luogo a concorrenza sleale, evasione fiscale, spopolamento dei centri storici, mancanza del rispetto delle regole di sicurezza. Per questo chiediamo che anche sul nostro territorio vengano svolte azioni simili a quelle fatte a Verona».













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