salute

Vaiolo delle scimmie, primo caso in Italia

Identificato all’ospedale Spallanzani di Roma su un uomo rientrato dalle Canarie. Accertamenti in corso su altri due casi sospetti



ROMA. E' stato identificato all'ospedale Spallanzani di Roma il primo caso in Italia di vaiolo delle scimmie.

Si tratta di un uomo rientrato dopo un soggiorno alle Isole Canarie che si è presentato al pronto soccorso dell'Umberto I.

"Altri due casi sospetti" sono in corso di accertamento da parte dei medici dello Spallanzani: lo rende noto lo stesso ospedale sottolineando che "al momento i tre casi osservati e gli altri casi verificatesi negli altri Paesi europei e in Nord America non presentano segni clinici di gravità".

La trasmissione, dice ancora lo Spallanzani, "può avvenire attraverso le goccioline di saliva e il contatto con le lesioni o i liquidi biologici infetti". 

Anche le autorità sanitarie del Massachusetts hanno confermato un caso di vaiolo delle scimmie in un uomo che ha viaggiato recentemente in Canada dopo che i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno riferito che stavano monitorando la possibile diffusione di questa rara ma potenzialmente grave malattia virale.

La notizia arriva nello stesso giorno in cui le autorità' sanitarie britanniche, spagnole e portoghesi hanno riportato nuovi casi, aumentando i timori che il virus si sia diffondendo silenziosamente fuori dall'Africa centrale e occidentale dove si trova in genere.

I Cdc stanno monitorando sei americani dopo che hanno condiviso un volo con un paziente britannico risultato positivo al vaiolo delle scimmie.

Sono 23 i casi sospetti di vaiolo delle scimmie analizzati a Madrid: lo si apprende da un comunicato dell'assessorato alla Salute regionale madrileno. Il vaiolo delle scimmie, spiega la nota, è una malattia "molto rara" che si presenta generalmente con "febbre, mialgia, linfoadenopatia (ghiandole gonfie) e un'eruzione cutanea sulle mani e sul viso, simile alla varicella".

La salute dei pazienti sospetti evolve "favorevolmente". anche se è necessario mantenerli "sotto osservazione" per la possibilità che qualcuno possa aver bisogno di un ricovero, affermano le autorità sanitarie. In genere, aggiunge il comunicato, "la sua trasmissione avviene per via respiratoria", ma, per le caratteristiche dei 23 casi in fase di analisi, il sospetto è che il possibile contagio potrebbe essere avvenuto attraverso il "contatto con le mucose durante rapporti sessuali".













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