GIOVANI PROTAGONISTI

Massimiliano Poli, un destino tra i vigneti con un occhio all’ambiente

Vent’anni, figlio d’arte, diviso tra studio e vendemmia: «Sono nato sotto una vigna...»


Carlo Bridi


SANTA MASSENZA. Ci accingiamo a raccontare la storia di un giovane del ridente paesino agricolo, e dei distillatori in particolare, qual è Santa Massenza. Il giovane che abbiamo incontrato è un figlio d’arte perché il papà Alessandro, assieme a Marco Pisoni ed a pochi altri è uno dei leader del consorzio dei vignaioli del Vino Santo e del Reboro.

Parliamo di Massimiliano Poli un ragazzo di appena vent’anni che alla domanda di quando è nata la sua vocazione di fare il vignaiolo ed il distillatore di frappa ci dice: “sono nato sotto una vigna e sono in mezzo a grappe e vinacce da sempre. Per questo anche la scelta della scuola superiore non poteva essere che quella dell’Istituto Agrario di San Michele dove ho frequentato i 5 anni con indirizzo viti –enologia.

Ma non si è fermato alle superiori, si è subito iscritto alla facoltà universitaria di viti-eonlogia della quale ha già frequentato il primo anno proprio all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. A breve inizierà il secondo anno, ma in tutti i tempi morti dall’Università Massimiliano è impegnato a tempo pieno in azienda a fianco del papà.

«Stiamo valutando anche l’idea di presentare la domanda per il premio d’insediamento, ma anche quale forma di gestione dare all’azienda», precisa il giovane universitario.

L’organizzazione aziendale

L’azienda famigliare ha una superfice complessiva di 7 ettari tutti coltivati a vigneto. Le varietà in ordine decrescente sono: la Nosiola, il Lagrein, lo Chardonnay, (con il quale da due anni ha iniziato a fare il base spumante), il Rebo che serve per fare il Reboro, il Traminer e il Solaris, una varietà resistente alle principali crittogame. In base alla legislazione vigente i Poli hanno dovuto separare l’azienda viticola da quella della distillazione che prosegue da molte generazioni con un ottimo risultato sul fronte qualitativo.

Tutta l’uva viene prodotta viene incantinata nella propria cantina e vengono prodotte annualmente fra le 35 ila e le 40 mila bottiglie di vino compreso il famoso Vino Santo ed il Reboro, mentre dalla distilleria escono ogni anno all’incirca 30 mila bottiglie di grappa. Molte le specialità: la grappa di vinacce del Vino Santo eccezionalmente profumata, tutte le grappe di monovitigno ma anche molte altre alle erbe di montagna. Tutta la produzione sia dei vini che della grappa, viene venduta direttamente in cantina e con la collaborazione di un rappresentante. Un canale molto interessante è quello turistico, grazie alla collaborazione con l’Azienda Turismo del Garda Trentino, molti turisti vengono a far visita alla nostra cantina e alla nostra distilleria. Visita seguita dagli assaggi e poi dalla vendita dei nostri prodotti. Una bella collaborazione, chiosa Massimiliano.

Alla domanda se il fatto che tutti i prodotti siano certificati biologici da 25 anni hanno un impatto positivo sul mercato articolata la risposta: «Vi sono dei clienti che si informano e che acquistano grazie al fatto che i nostri vini e grappe siano prodotti con il metodo biologico, ma altri che comperano i nostri prodotti perché sono buoni e quindi per solo per la qualità e che non guardano il fatto che i prodotti siano biologici». L’uva quest’anno è molto bella e sana, unico neo il base spumante ha avuto qualche problema di acidità per l’eccessivo calore del mese di luglio e della prima parte di agosto. I rossi cominciando dal Rebo, con il quale si produce anche il Reboro promettono molto bene, ma anche l’uva di Nosiola per fare il vino santo è molto sana. Alla domanda del suo rapporto con l’ambiente Massimiliano risponde che i vignaioli non possono che avere grande attenzione all’ambiente praticando tutti gli accorgimenti necessari sia in campagna che in cantina e in distilleria, quindi meno chimica di sintesi e più meccanica nella coltivazione e attrezzature adeguate in cantina e in distilleria.

La sensibilità ambientale ha una lunga storia per l’azienda Poli perché già 25 anni fa il papà Alessandro ha fatta la conversione biologica dell’azienda. Fra i progetti futuri c’è quello di ampliare la cantina, proseguire nel costante rinnovo dei vigneti, ma il suo sogno nel cassetto è quello di arrivare al massimo della qualità in base ai potenziali dei nostri vini sia fermi che bollicine, per non parlare delle nostre grappe e del nostro Trentodoc che andremo a stappare fra un paio d’anni completando così la gamma dei prodotti. Alla domanda se è pentito della scelta, netta la risposta, assolutamente no questa è la scelta della mia vita, e sono convinto che è anche il mio futuro esclama. Come da tradizione in questo piccolo paese anche Massimiliano è impegnato nel mondo del volontariato come presidente della attivissima Pro Loco di Santa Massenza che organizza più eventi durante l’anno sia in estate che in inverno. A Santa Massenza i giovani sotto i 30 anni che svolgono a tempo pieno l’attività agricola sono tre e fra di noi c’è una grande intesa, conclude il giovane che lasciamo perché è impegnato in una bella vendemmia.













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